16 luglio 1054
16 luglio 1054 dC – Scisma della Chiesa di Roma con la Chiesa di Costantinopoli e conseguentemente con le Chiese di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.
Oggi è l’anniversario più triste della storia della Chiesa. La pentarchia della Chiesa di Cristo si è lesionata e si sta spezzando. I fratelli maggiori diventano nemici. Le ragioni? sia politiche che teologiche.
Abbiamo i nostri empi iconoclasti e imperatori eretici che cacciarono Roma dall’Oriente, abbiamo i re tedeschi che rivendicano il titolo di Imperatore Romano e invidiano l’Impero della Nuova Roma – Costantinopoli, battaglie per il dominio sulla Sicilia e sul sud Italia tra greci e normanni, aspro confronto tra Roma e Costantinopoli sulla giurisdizione della Chiesa di Bulgaria, abbiamo innovazioni teologiche come l’introduzione del “filioque” nel Simbolo della Fede in Occidente, monarchia papale, ecc.
Il Papa vieta le usanze greche in Italia. Il Patriarca vieta a ciascuno di noi le usanze latine. Molte sono le ragioni. Alcune serie altre no. Alcune razionali, altre stupide. Arriva il momento in cui, mentre papa Leone IX è morto, i suoi rappresentanti arrivano a Costantinopoli nell’aprile del 1054, guidati dall’antigreco e teologicamente ignorante cardinale Umberto. Seguono altri conflitti e tensioni teologiche.
Con una falsa bolla papale in una lettera di anatema, sabato 16 luglio 1054, all’ora dei Vespri, il cardinale Umberto entra nella Chiesa di Santa Sofia di Dio della Capitale (Costantinopoli, n.d.r.) e depone l’anatema davanti ai fedeli sull’Altare. Un diacono lo prende, lo tira fuori e lo getta via.
Il 24 luglio, il patriarca ecumenico Michele Cerulario convoca un sinodo permanente in Città e lancia un anatema contro il documento papale contraffatto e gli inviati. Invia una lettera enciclica agli altri Patriarchi e chiede la cancellazione del nome del Papa di Roma dai dittici della Chiesa. Inizia la cessazione della comunione tra le Chiese. Lo scisma ha luogo.
Da allora del nome del Papa non si è fatta memoria nei nostri templi. I nostri cuori soffrono per la rottura dell’unità della Chiesa.
Desideriamo e preghiamo che Dio guidi nuovamente la sua Chiesa all’unità, alla retta fede e all’amore di Cristo. Amen!
Alkiviadis Apostolidis