L’antica Antiochia vittima del terremoto

Free public domain CC0 photo.

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Antiochia, antica capitale della Siria, una delle tantissime città dove la cristianità ebbe sviluppo sin dalle origini, dove vissero San Pietro e San Paolo, dove “Ad Antiochia, per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani” (At 11,26), non è stata risparmiata dal terribile sisma che ha scosso l’Asia minore ed il medio oriente. La Chiesa di Antiochia  è considerata la Chiesa più antica dopo quella di Gerusalemme e “madre delle Chiese”.

In questa città di un milione e duecentomila abitanti, oggi appartenente alla Turchia, prima del sisma vivevano milletrecento cristiani di cui un centinaio di cattolici-romani e milleduecento cristiani-ortodossi, oggi, il 90% risulta essere partito per Mersini o Costantinopoli. 

Crocevia delle chiese, oggi i cristiani ortodossi, alcuni di origine greca e altri di origine siriana, lasciando Antiochia si recano a Costantinopoli e si uniscono alla comunità dei romani, e cioè dei greci-ortodossi mandando i loro figli nelle scuole romane. 

Antiochia, una delle sedi della pentarchia, sembra essere perduta. Quasi nulla è rimasto in piedi, sembra una città bombardata. La magnifica Chiesa dei Santi Pietro e Paolo  è rimasta devastata dopo il terremoto di  magnitudo 7.8 della scala Richter e dalle successive scosse di assestamento mentre la chiesa nota come “Grotta di san Pietro”, scavata nel monte Stario a una profondità di circa 13 metri sarebbe rimasta intatta nel mezzo di un’area totalmente devastata. Secondo la tradizione proprio in questa grotta Pietro insegnò per la prima volta e qui fu costruito un piccolo tempio scavato nella roccia. La sua costruzione è datata intorno all’anno 39. In seguito furono aggiunti muri in pietra  e  due colonne,  ampliando l’edificio e realizzando tre navate. 

Tutta l’ecumene cristiana è mobilitata. L’Arcivescovo di Atene, s.e. Ieronymos, ha avuto un colloquio telefonico con il Patriarca Ecumenico, s.s. Bartolomeo II, ed il Patriarca di Antiochia, s.b. Ioannis. I colloqui dei tre Presuli hanno riguardato la tragica situazione in atto in Turchia e in Siria dopo il devastante terremoto di magnitudo 7.8 Richter. Ieronymos ha espresso il sostegno della Chiesa di Grecia al Patriarcato ecumenico e ai residenti delle zone colpite dal terremoto, dichiarando ancora una volta la disponibilità della Chiesa e dei fedeli ad aiutare i fratelli con ogni mezzo. Il Patriarca ecumenico ha ringraziato l’Arcivescovo di Atene per il sostegno e le preghiere sue e del popolo greco, nonché per la concreta solidarietà con le migliaia di persone colpite dal disastro. Da parte sua, il Patriarca di Antiochia ha descritto la tragica situazione nella quale versano specialmente le città della Siria dove molti edifici sono stati rasi al suolo, le vittime sono molte e le stime parlano di un numero che aumenterà nei prossimi giorni, accennando agli enormi danni che sono stati causati alla Chiese cristiane della zona. Ieronymos ha affermato che il popolo greco starà al fianco di ogni essere umano messo  questa dura prova, così come che la Chiesa di Grecia sarà accanto al popolo siriano anch’egli messo alla prova da un disastro senza precedenti.

Espressioni di solidarietà con le popolazioni colpite dal sisma sono state espresse da Papa Francesco con due telegrammi ai nunzi apostolici di Turchia e Siria. La CEI e la Caritas italiana si sono immediatamente attivate per far giungere aiuti alle popolazioni colpite mentre varie Diocesi tra le quali quella romana e quella ambrosiana hanno avviato campagne di raccolta aiuti.

Anche le chiese della riforma sono mobilitate in questa gara di solidarietà. Leggiamo sul sito Riforma.it “«Nel mezzo della morte e del trauma causato da questo terribile evento, uniamo le nostre intercessioni, pregando che il Dio della Vita conforti coloro che hanno perso i loro cari e dia forza a coloro che sono coinvolti nelle azioni di solidarietà con le vittime», ha detto il pastore Jerry Pillay , segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).

Pillay ha aggiunto: «Trasmettiamo le nostre preghiere alle vittime e alle loro famiglie, così come alle chiese e alle comunità locali in Siria e in Turchia che stanno mobilitando le loro reti per aiutare le loro sorelle e i loro fratelli». La presidente del consiglio dell’ Ekd , la Chiesa evangelica in Germania, Annette Kurschus, chiede aiuto per le vittime del terremoto: «Ora è importante mostrare solidarietà e aiutare il più possibile. La situazione disperata in cui si trova attualmente la gente del posto mi tocca il cuore. Penso anche nella preghiera alle famiglie delle persone decedute e dei molti dispersi e feriti»”. 

A margine di tutto ciò è degna di nota la richiesta congiunta di  Youssef Absi, Patriarca greco melchita cattolico, Giovanni X, Patriarca greco ortodosso e II Aphrem Ignatius, Patriarca siro ortodosso che chiedono «di revocare le ingiuste sanzioni imposte al popolo e adottare misure eccezionali e iniziative immediate per garantire la consegna dei soccorsi e degli aiuti umanitari». È la prima volta che i tre rappresentanti si uniscono in una richiesta.

Paolo Scagliarini