Ventennale del Giorno del Ricordo

gruppo finale con i sindaci (FILEminimizer)

Si è svolta ieri mattina, domenica 17 marzo 2024, nella sala del consiglio comunale di Jesolo (VE), la conferenza sul ventennale dell’approvazione della Legge 92 del 2004, con la quale è stato istituito “Il Giorno del Ricordo”.
La manifestazione, dal titolo “E’ viva l’Italia che non ha dimenticato”, ha ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Consiglio Regionale del Veneto, della Città Metropolitana di Venezia e del Comune di Jesolo.

L’evento, l’unico di rilievo nazionale su questo anniversario, è stato organizzato dal Comitato 10 Febbraio presieduto da Silvano Olmi, ed è servito a valutare l’impatto che la Legge ha avuto sulla costruzione di
un ricordo condiviso della tragedia delle foibe e il dramma dell’Esodo e fare il punto sulle prospettive future.
Oltre ad esponenti delle associazioni degli Esuli e a quelle combattentistiche e d’arma, ha partecipato anche una nutrita rappresentanza di Sindaci, tra i quali Anna Maria Cisint, primo cittadino di Monfalcone, che è stata oggetto di gravissime minacce da parte di estremisti islamici e per questo è costretta a vivere sotto scorta.

Dopo i saluti del Presidente Nazionale del C10F, Silvano Olmi, che ha letto tra l’altro il messaggio di auguri dell’ammiraglio Pierluigi Rosati presidente dell’associazione nazionale marinai d’Italia; del Sindaco di Jesolo, Christofer De Zotti, che ha rimarcato come “il Giorno del Ricordo debba essere patrimonio comune per tutti gli italiani, specialmente i giovani” e del consigliere regionale Lucas Pavanetto che ha letto il messaggio augurale del Presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, nel quale si sottolineava la slavizzazione dell’Istria da parte dell’impero austro-ungarico; è intervenuto il Prefetto di Venezia, Darco Pellos. “Per me è particolarmente toccante ricordare questa vicenda, mio padre era di Pirano, mia madre istriana – ha detto Darco Pellos – i profughi dal confine orientale d’Italia non sono mai stati un peso per la nostra Nazione, si sono tirati su le maniche e hanno ricostruito la loro vita contribuendo allo sviluppo dell’Italia.”

A seguire le relazioni dei conferenzieri. Il professor Davide Rossi, dell’Università degli Studi di Trieste, ha rievocato il rapporto che hanno avuto i Presidenti della Repubblica Ciampi, Napolitano e Mattarella con la Legge sul Ricordo e i contenuti dei discorsi tenuti da ciascuno di loro in occasione di questa solennità civile.
Il dottor Luca Urizio, Presidente della Lega Nazionale Gorizia, ha illustrato le vicende che hanno portato alla costruzione del nuovo lapidario di Gorizia che contiene un atto d’accusa nei confronti dei partigiani comunisti filo Jugoslavia che commisero queste orrende stragi.
Il Cavaliere Ufficiale Maurizio Federici, ha parlato della manifestazione patriottica Una Rosa per Norma Cossetto, ideata a Viterbo e il successo che sta avendo in Italia e nel mondo per ricordare il sacrificio della giovane martire istriana e di tutte quelle donne che ancora oggi, in pace e in guerra, subiscono violenza.
Il Cavalier Gaetano Ruocco, presidente dell’associazione nazionale sottufficiali d’Italia, ha rievocato le vicende storiche dei membri delle Forze di Polizia al confine orientale d’Italia che furono trucidati o subirono una durissima prigionia nei campi di sterminio comunisti.
Il Professor Stefano Zecchi, al quale la platea ha dedicato due minuti di applausi scroscianti, ha criticato i professori universitari che, sui libri di storia e nei testi destinati alle scuole, non hanno scritto chiaramente quanto era accaduto in Istria e Dalmazia. “Gli storici non hanno detto nulla su questi avvenimenti e alcuni sono andati a rimorchio della politica – ha detto il filosofo e scrittore – ricordo che quando gli esuli sbarcavano al porto di Venezia erano accolti dagli insulti dei comunisti. Cosa avevano fatto di male i nostri connazionali costretti a scappare dalle loro terre? Niente. Erano italiani e per questo subirono la persecuzione.”
Il Senatore Roberto Menia, primo firmatario della Legge 92/2004, ha sottolineato come “ci sia ancora tanto da fare per la verità sulle foibe e sull’esodo. Il Giorno del Ricordo è un giorno di conoscenza di queste tragedie e di riconoscenza per gli Esuli e le sofferenze che patirono.”

Al termine della cerimonia, i dirigenti nazionali Massimiliano Spagnol e Fiorenzo Patera e l’iscritta Maria Lucia Belli hanno consegnato la qualifica di Socio Onorario del Comitato 10 Febbraio a Diana Cossetto e
Roberto Menia, per il loro impegno in difesa della storia degli Italiani del Confine Orientale.

In apertura e in chiusura del convegno, il trio composto da Lara Modolo alla voce, Fabio Ion alla chitarra e Mario Roveda al violoncello, hanno eseguito alcune canzoni sulle foibe e l’esodo.

Comitato 10 Febbraio