Il “Diritto di essere contro”
Per una nuova resistenza contro le derive autoritarie durante la pandemia in un Paese che si definisce democratico, il “Diritto di essere contro”, titolo del libro del Prof. Ugo Mattei, docente di Diritto civile all’Università di Torino e di Diritto internazionale e comparato al San Francisco College of the Law dell’Università della California, si propone di riaprire il dialogo con quanti definiscono fascisti, e non solo, coloro che non sono a favore della “società del controllo”.
Gli abbiamo rivolto alcune domande per approfondire diversi temi.
Nei lunghi mesi in cui molti sono stati sospesi dal lavoro per non aver ceduto al ricatto vaccinale, al green pass lei ha girato le piazze italiane. Ha avuto l’impressione che le autorità pubbliche dessero il proprio assenso a pacifiche manifestazioni perché sicure che ormai la maggior parte degli italiani avessero (grazie al lavaggio del cervello dei mass media) già deciso di seguire la corrente?
Non credo. In Italia vige ancora una Costituzione che garantisce il diritto di riunirsi pacificamente e senza armi in spazi aperti al pubblico con il solo onere di dare preavviso. Vietare una manifestazione dunque richiede un motivo. Le manifestazioni no green pass si sono svolte come molte altre, vedi quelle di solidarietà a Gaza.
La nostra Costituzione garantisce il diritto di esprimere il proprio dissenso. Perché è necessaria una nuova resistenza auspicata nel suo libro contro un sistema che non ammette contraddittori al suo interno?
Il dissenso in Italia non è stato formalmente vietato ma occultato, diffamato e deriso. Bisogna tenere le antenne molto dritte perché colpire il dissenso è il primo passo di un regime autoritario. Serve organizzarsi per tempo.
Un vero e proprio regime di sorveglianza quello vissuto. Una dittatura politico-sanitaria, in cui i dissenzienti (tra cui intellettuali, medici, ecc. …) venivano messi a tacere ed equiparati a sabotatori. Come è potuto succedere?
E’ sufficiente spaventare un popolo per indurlo a qualsiasi comportamento. Il terrore di morire, fortissimo in società fortemente edonistiche come la nostra, indotto ad arte dai governi e dai media ha funzionato perfettamente!
Democrazia o oligarchia? Abbiamo visto che il potere è in mano di pochi e che chi muove i fili si trova dietro le quinte. E’ un fittizio governo democratico il nostro?
La democrazia non è comprensibile a tinte nette. C’è sempre un continuum di spazi di agibilità democratica. Al peggio da un regime che incarcera, tortura e uccide il dissenziente, (anche Hitler fu democraticamente eletto) a un regime in cui gli spazi democratici sono abbondanti, come quello della Svizzera oggi. Dietro le quinte sempre si muovono forze non democratiche. Su questo continuum l’Italia oggi non è ben messa. Il popolo non conta nulla, l’informazione lo inganna, la legge che vige è quella del più forte, in carcere si muore, la polizia picchia, il dissenzo è diffamato…
E’ preferibile “un partito unico funzionale” ad una pluralità di partiti che si comportano da inconcludenti?
Noi abbiamo già un finto pluripartitismo, perché centro-destra e centro-sinistra (campo largo) servono lo stesso padrone americano e portano avanti politiche identiche. I piccoli partiti non riescono ad entrare nell’argine politico se non diventando cespuglietti di quelli grandi. Servirebbe un partito unico di avanguardia capace di portare avanti una seria rivoluzione di classe. Ma siamo alla fantapolitica.
L’Italia oltre ad essere capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale rappresenta il luogo in cui si vuole sperimentare un controllo sociale simile a quello cinese o coreano con la cittadinanza a punti, la censura del dissenso e obbligando al pagamento con la carta elettronica?
L’Italia è un ottimo laboratorio per i padroni d’Oltreoceano. Tutto ciò che la Sua domanda indica sarà realtà assi presto forse prima da noi che altrove.
Dal neo-liberismo si vuole arrivare ad un nuovo modello di dispotismo occidentale?
Il neoliberismo ha preparato il terreno rendendo il popolo apatico, apolitico e timoroso. Dal 2020 con la pandemia siamo già in una nuova fase di capitalismo di guerra. Con esso la democrazia vera è incompatibile. Lo caratterizzano l’emergenza e la paura. Il cittadino è strasformato in un paziente o in un dato oggetto di mercificazione tecnologica.
Il nuovo totalitarismo sarebbe a servizio del capitalismo finanziario globale e dei colossi della finanza, di Big Pharma, dell’atlantismo e dell’apparato liberista?
Il nuovo totalitarismo ha tanti nomi. Dal tecno-feudalesimo al draghismo. Si tratta di un regime globalista dominato dall’asse Wall Street City di Londra in cui i grandi soggetti privati sovrastano completamente gli Stati controllandone attraverso la corruzione sistemica ogni apparato. E’ un regime che si nutre di vita, ama la guerra, uccide. Può essere chiamato, con Joseph Halevi, un minotauro globale.
Bill Gates. Klaus Schwab, Soros, Musk, Bezos, Elkann, Attali, Sassoon, Rothschild, Rockefeller, Zuckerberg, con i loro immensi capitali controllano i massi media, le Agenzie pubblicitarie, i cinema per manipolare l’opinione pubblica orientando il dissenso?
Corretto. Si può certo affermare che costoro ed altri miliardari svolgano questo ruolo di costruzione di una falsa coscienza adatta a questa fase del (post)capitalismo.
Il sistema è irrimediabilmente marcio?
Il sistema istituzionale noto come costituzionalismo liberale è sistematicamente corrotto (per usare una espressione di Camila Vergara) dallo strapotere tecnologico delle corporation e del complesso militare-industriale-finanziario-comunicativo che in Occidente controlla interamente gli Stati e la politica. Il mondo tuttavia è grande e complesso ed esistono luoghi in cui il potere politico risulta maggiormente effettivo e preoccupato anche per l’ interesse del popolo e non solo del capitale globale. Queste dinamiche, in Russia e Cina, che si avviano a divenire potenze emancipate, vanno comprese non demonizzate.
In definitiva il “Diritto di essere contro” è un libro scomodo per chi? E perché viene definito come politicamente scorretto?
Non sta all’ autore dare giudizi sul proprio libro. Io l’ho scritto per cercare di risvegliare le intorpidite coscienze degli italiani traumatizzati collettivamente dall’accelerazione autoritaria coperta dalla pandemia. Sono stato in piazza con il movimento no green pass, non ho voluto vaccinarmi e sono molto felice di non averlo fatto, ammiro da sempre la civiltà russa e da sempre sto con i palestinesi nella loro lotta per decolonizzare la propria terra e tornate a casa. E’ scorretto?
Cinzia Notaro