Viaggio in Russia. Il mainstream e la gente comune

“Già m’immagino col pensiero di essere a Pietroburgo in un’allegra cameretta con le finestre sulla Neva, come ho sempre desiderato. Non so se le mie previsioni si realizzeranno, e mi sarà dato di vivere proprio così in quel luogo paradisiaco”. Gogol. 1828.

Questo è ciò che scriveva il grande Nikolaj Gogol nel lontano 1828 riguardo alla maestosa Pietroburgo sotto la guida dello zar Nicola I Romanov.

Quasi 200 anni dopo, in una situazione geopolitica molto precaria, e sotto la guida di quello che in tanti chiamano il nuovo zar, Vladimir Putin, mi sono chiesto se quel desiderio di Gogol fosse ancora così grande per chi vive in Russia. Così tra una passeggiata nel Giardino d’estate, una visita alla cattedrale di San Isacco e una sosta mozzafiato nella enorme piazza del Palazzo con l’Hermitage sullo sfondo ho trovato il tempo di andare a sentire il parere della gente.

Seduto in un bar sulla Prospettiva Nevskij, con un cielo grigio e 0 gradi mi intrattengo con una ragazza bielorussa, Katya di 30 anni che vive a San Pietroburgo da qualche anno e con la sua amica russa Olya. Faccio loro qualche domanda.

Katya, quando ti sei trasferita in Russia nel 2020 come pensavi che fosse la tua vita qui?

Avevo bisogno di cambiare qualcosa nella mia vita e ho scelto San Pietroburgo. Qui ho subito trovato lavoro, ho incontrato persone ospitali e ho deciso di restare.

Come vivi il rapporto tra Russia e Bielorussia? In Europa si dice che Lukashenko sia il “più grande amico di Putin”, in modo sprezzante. Ci spieghi i motivi?

I rapporti sono buoni, Lukashenko è un politico molto esperto, sa come ottenere il massimo dai suoi interlocutori. Putin è molto esperto come lui, diciamo che si capiscono a vicenda negli interessi comuni. Ma non è una cosa strana, la politica è così, del resto anche l’Italia qui viene vista come un satellite degli Usa, perché vi scandalizzate quando dite che la Bielorussia lo è della Russia?!

Accanto a Katya c’è Olya. Lei parla anche un po’ di italiano, ama l’Italia, la sua arte e ama San Pietroburgo, che non a caso fu fatta costruire dallo zar Pietro il Grande nel 1703 quasi a somiglianza di Venezia, con i principali edifici della città disegnati dalle mani di Francesco Rastrelli, di Antonio Rinaldi, di Giacomo Quarenghi, solo per fare qualche nome illustre.

Olya, cosa pensi della situazione attuale che vive la Russia e dei rapporti, purtroppo freddi, tra due governi da sempre amici?

A livello economico, per chi fa business c’è sicuramente meno stabilità, il rublo sale e scende di valore e i tassi dei mutui sono saliti. Questo influenza sicuramente i top manager, ma personalmente non è cambiato molto nella mia vita. Certamente si viaggia di meno in Europa, ottenere visti è più complicato e costoso, ma questo danneggia sicuramente più voi europei che noi russi. In generale si fanno meno affari con il vecchio Continente, ma il mondo globale è sinonimo di mercati globali e si trova sempre una alternativa. In pratica se non si possono comprare più Audi o Mercedes, si va a comprare auto cinesi, per fare un esempio. Il governo italiano, purtroppo , attualmente e speriamo per breve tempo, politicamente non è più un mio “amico”, ma il cittadino italiano resta sempre apprezzato qui. 

Tu che hai visitato spesso l’Italia, che rapporti hai notato invece tra i due popoli?

Come ho appena detto, i rapporti tra i due popoli restano normali, molto buoni. In Italia ho sempre trovato gente ospitale e per nulla ostile. Chi parla di diffidenza e freddezza evidentemente non conosce il filo storico-culturale che lega Italia e Russia.

Dopo aver salutato queste due simpatiche ragazze, proseguendo la mia passeggiata ho deciso di ascoltare il parere di un italiano che vive e lavora qui. Non so se fosse a conoscenza dei vecchi desideri di Gogol, ma la curiosità mi spinge a fare qualche domanda e a chiedere il perché abbia deciso di vivere qui e con quali speranze. Mi trattengo con Leonardo, un ristoratore che è in Russia dal 2014.

Leonardo, sei arrivato in Russia nel 2014. Ci puoi raccontare i primi tempi a San Pietroburgo?

Il mio primo impatto con la città devo dire che è stato molto positivo. Me ne sono innamorato sin da subito. Città bellissima, pulita, super organizzata, un mix di infrastrutture moderne e storiche, trasporto pubblico super efficiente. Arrivai in un periodo dove l’economia della città è del paese in generale godeva di ottima salute con Il rublo a 40/45.

Per il resto per me fu un cambio radicale. Arrivavo in un paese dove conoscevo poco e niente.  Capii subito che avevo bisogno di una full immersion in modo tale da poter capire meglio la lingua e la cultura del paese che mi ospitava. Frequentai cosi una scuola di russo per più di un anno. Questo è stato di grande aiuto perchè mi ha dato le basi, anche il fatto di avere una moglie russa è stato senza dubbio di grande supporto. La parte più difficile è stata sicuramente lo scontro con la burocrazia. Ottenere i documenti e mettersi in regola non è stato per niente facile sebbene fossi sposato.

E oggi in questo tribolato 2024 come va la tua vita da italiano, in un paese, ahimè mai così politicamente agli antipodi dalla nostra Italia?

Oggi dopo 10 anni in questo paese, mi sento a casa. La mia vita scorre abbastanza “normale” considerando il periodo delicato che il paese e il mondo in generale sta attraversando. Sicuramente ci sono delle difficoltà dovute alla situazione geopolitica attuale, specialmente per quello che riguarda gli spostamenti. Tornare in Italia è diventato più costoso e più difficile per via della chiusura dello spazio aereo tra Unione Europea e Federazione Russa. Ci sono delle preoccupazioni per una possibile escalation del conflitto, però cerco di non pensarci. Vivo la mia quotidianità cercando di fare del mio meglio. Io lavoro del settore della ristorazione, devo dire che mi trovo molto bene e che in 10 anni in Russia e soprattutto in questo periodo di tensioni non ho mai avuto un solo episodio di discriminazione. Al contrario mi sono sempre sentito benvoluto e rispettato. I Russi amano l’Italia e tutto quello che è italiano e sono delle persone abbastanza intelligenti per distinguere quella che è la classe politica dalle persone normali. Io nel mio piccolo come tanti altri italiani che vivono qui, cerco di fare del mio meglio nel mantenere buone le relazioni. Italiani e russi hanno tanto in comune, cerchiamo di fare il possibile per far sì che l’amicizia tra i nostri paesi rimanga sempre consolidata.

Nel tuo lavoro da ristoratore ha influito la situazione geopolitica attuale? Il turismo occidentale è meno presente?

Inizio con il dire che grazie a Dio il lavoro non ci manca, il ristorante lavora quasi sempre a pieno regime nonostante tutto.  Sicuramente è diminuito il turismo occidentale per via delle chiusure dei confini, prima era sicuramente più facile venire in Russia, c’erano molti più collegamenti. La situazione geopolitica attuale ha comportato un aumento importante del costo di diversi prodotti,  come i vini e di diverse materie prime.

Per finire cosa ti sentiresti di dire ai connazionali che guardano la Russia dall’Italia?

Ai miei connazionali che guardano la Russia dall’Italia mi sento di dire che la Russia non è un paese così terribile come il mainstream vuole far credere, è un paese con i suoi pregi e difetti, per quello che mi riguarda è un paese stupendo, un paese con dei valori importanti, un paese grandissimo con 11 fusi orari, con una natura bellissima, che vale almeno una volta visitare nella vita. È un paese che a me personalmente ha dato tanto. Per quello che riguarda i russi posso tranquillamente dire che sono un popolo fantastico, lo ripeto abbiamo tanto in comune, non sono quelle persone cattive e fredde come spesso vengono rappresentate in occidente.  Al contrario, una volta capito chi hanno davanti, sono delle persone amichevoli e di buon cuore e hanno sempre nutrito e nutrono tantissimo amore e tantissima ammirazione per l’Italia e per gli italiani. Permettimi di aggiungere, per finire, una cosa importante sui russi, sono un popolo fortemente legato al proprio passato e alla propria storia.

Così dopo aver cenato con Leonardo, lì, nel famoso ristorante Amarcord, luogo zeppo di riferimenti alla nostra Italia, con queste testimonianze nella mente, mi incammino verso casa, percorrendo di nuovo la Prospettiva Nevskij, quella dove Battiato qualche anno fa immaginava di incontrare Igor Stravinskij.

Erano altri tempi, è vero, seppur recenti ma del tutto diversi da oggi. Nonostante tutto, non perdiamo la speranza di tornare a guardare senza filtri alla affascinante e paradisiaca Pietroburgo di quel genio di Gogol.

Francesco Di Sario