Italia 2025 tra manifestazioni in crescita e Forze dell’Ordine sotto pressione. Ne parliamo con Natalino Leobono del Nuovo Sindacato Carabinieri

465406647_8923103897702151_3443623460326473018_n

Nello scorso mese di dicembre il Viminale ha reso disponibili i dati relativi all’ordine pubblico. Sono 260 gli operatori delle Forze dell’Ordine rimasti feriti durante le manifestazioni che si sono tenute nel 2024 con un aumento di quasi il 200% degli eventi violenti occorsi durante l’anno rispetto a quello precedente.

In forte aumento anche il numero delle manifestazioni sempre rispetto al 2023. Sappiamo bene quanto sia fondamentale per un sistema democratico, preservare e garantire a tutti il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero, ma non possiamo non riportare gli ultimi avvenimenti di cronaca che hanno visto interi quartieri delle nostre città messi sotto assedio da teppisti che, più che manifestare il proprio pensiero, si ponevano l’obiettivo di aggredire le Forze dell’Ordine.

Non è la prima volta che soprattutto il mondo dei cosiddetti “centri sociali” si mobilita con manifestazioni ad orologeria, a seconda di chi siede a Palazzo Chigi, ma i tempi sono cambiati e oggi l’offerta dei disponibili a rispondere alla chiamata per tali manifestazioni, o per altre, è notevolmente cresciuta grazie anche alla politica di “accoglienza” imposta dalla UE, sicché assistiamo sempre più frequentemente a persone che venute in Italia senza alcuna intenzione di integrarsi, finiscono per manifestare violentemente, qui da noi, quel mondo che dicono di aver abbandonato nelle loro terre d’origine. Non possiamo dimenticare, a tal proposito, scene che altri organi di informazione hanno passato sotto silenzio o minimizzato: monumenti di Milano presi d’assalto con bandiere egiziane e tunisine; non possiamo tacere su manifestazioni, sempre più numerose, di immigrati che pubblicamente insultano l’Italia dopo averle chiesto asilo.

La situazione è esplosiva e dunque, abbiamo pensato bene di parlarne con chi è in prima linea per garantirci la libertà della quale possiamo godere come cittadini: Natalino Leobono, Segretario Generale Vicario Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri.

Segretario Leobono, come dirigente sindacale in rappresentanza dei Carabinieri, cosa pensa degli scontri avvenuti durante le manifestazioni di piazza in questi giorni?

Ritengo sia fondamentale affrontare la questione basandoci sul principio fondamentale del diritto a manifestare ma anche su alcuni dati di fatto, valutando nel merito la situazione generale. È legittimo manifestare? Indubbiamente si! È legittimo manifestare con atti violenti contro le Forze dell’Ordine? Assolutamente no! Siamo di fronte ad un vero e proprio attacco! Aldilà di quelle che siano le motivazioni, queste manifestazioni vengono utilizzate come occasione per creare confusione e ulteriori tensioni.

Il problema da dove nasce secondo lei?

Dal fatto che molti di questi ragazzi non c’entrano nulla con chi vuole manifestare pacificamente. Ragazzi dei centri sociali, dei collettivi, ProPal, che non perdono occasione per avere atteggiamenti violenti contro le Forze dell’Ordine.
Ma c’è di più. Posso affermare che siamo indubbiamente di fronte a un continuo tentativo di delegittimazione delle Forze dell’Ordine; delegittimazione che parte da lontano. C’è bisogno di valorizzare nuovamente l’autorità delle Forze dell’Ordine in quanto rappresentanti dello Stato. E’ inaccettabile poi, che si continuino a verificare manifestazioni del genere in un contesto di impunità. E poi c’è l’informazione!

Cosa intende?

Come sindacalista dei Carabinieri, sono profondamente preoccupato per come le notizie imprecise possano influenzare il clima di fiducia tra la comunità e le forze dell’ordine. È essenziale ricordare che le forze dell’ordine operano per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine. Quando le informazioni circolano senza un adeguato riscontro, il rischio è quello di generare un sentimento di ostilità e divisione. Le reazioni violente che si sono manifestate in seguito alle notizie sul caso Ramy sono un chiaro segnale che la comunicazione deve essere gestita con maggiore attenzione. Le manifestazioni di protesta, sebbene legittime nel loro diritto di esprimere dissentimento, non devono trasformarsi in atti di violenza contro le forze dell’ordine, che si trovano a svolgere il loro compito in un contesto di crescente tensione.

Cosa chiedete come sindacato dei Carabinieri?

Poche cose ma efficaci da subito se prese seriamente in considerazione:

  • una attenzione concreta da parte del Governo in via generale. Non ci può essere più tolleranza.
  • Bene le pene più severe ma ci deve essere l’effettiva applicazione. Ricordo che 270 agenti sono stati feriti solo nel 2024. Quante persone sono state punite e condannate e quante obbligate a risarcire il dovuto per i danni causati alla cosa pubblica e alla proprietà privata durante le manifestazioni?
  • prevedere il reato di fuga e, nei casi di aggressione agli operatori, prevedere pene accessorie immediate come deterrenza, solo come esempio il ritiro del documento di guida, o la revoca di eventuali benefit elargiti dallo Stato e/o il rimpatrio immediato in caso di aggressione da parte di extracomunitari.
  • una alternativa all’atto dovuto come garanzia dell’operatore coinvolto in operazioni di servizio, quanto meno prevedere una tutela legale immediata a carico dello Stato (che copra le spese legali e le dovute perizie)
  • protocolli di intervento chiari : con i violenti e i criminali, necessitano regole di ingaggio certe… vogliamo sapere se procedere, come procedere e se saremo tutelati nel farlo. Se si continua a delegittimare ancora le forze dell’ordine , ci si prende la responsabilità di lasciare il paese nel caos e lasciarlo in balia di criminali e delinquenti.

Giovanni Paradiso