Colonie italiane. Le “Due Civiltà” di Dudovich

Sull’esperienza coloniale dell’Italia si è sentito dire di tutto e di più, grazie ad strumentalizzazione politica e ideologica sempre alla ricerca di argomenti per screditare la presenza italiana nelle colonie. La iattura di questo Paese, che non riesce a fare pace con la propria storia, è dovuta al fatto che gran parte delle forze politiche ricercano la propria legittimazione politica nell’essere in perenne opposizione ad un governo già finito nel 1945 ed accusando le avversarie formazioni politiche di continuità o contiguità con esso.
Per nostra fortuna il fenomeno coloniale italiano ha interessato migliaia e migliaia di cittadini metropolitani che in quelle colonie si sono trasferiti, hanno vissuto, fatto impresa, e portato il progresso. Se si ascoltano le loro voci, se si ha la fortuna di ascoltare i loro racconti, si può apprezzare quale fosse la vita quotidiana e reale in quei posti.
Sull’argomento “colonie” segnaliamo ai nostri lettori il sito L’ITALIA COLONIALE La storia delle colonie italiane raccontata dai documenti – Diretto da Alberto Alpozzi impegnato nello smentire luoghi comuni che vorrebbero il colonialismo italiano simile a quello degli altri Stati europei, come pure nella ricostruzione delle vicende documenti alla mano.
Oggi, 8 marzo, giornata internazionale della donna, Alberto Alpozzi ha pubblicato un articolo sul tema dell’emancipazione femminile dal titolo: “Due Civiltà”: l’emancipazione femminile nell’arte di Dudovich che proponiamo alla lettura dei nostri lettori in seguito ad approvazione dell’autore.
“Per celebrare l’8 marzo – festa della donna – è sempre molto attuale l’opera “Due civiltà” di Marcello Dudovich.
La tempera dell’illustratore triestino ritrae due donne negli anni Quaranta in Libia, da poco diventata la diciannovesima1 Regione d’Italia come da proclama del Governatore Generale Italo Balbo.
Siamo dunque nei primi decenni del XX secolo durante il fascismo. La moda, elemento caratterizzante la società, è una delle forme con cui la cultura e il Regime hanno espresso le proprie visioni, idee e valori. Al pari delle altre arti visive (design e architettura) la moda è stata uno dei motori del modernismo e del progresso.
Nell’opera di Dudovich abbiamo infatti una donna italiana in abiti moderni e in perfetto stile coloniale: zeppe estive, tailleur a pantalone cortissimo e stretto in vita da una cintura, guanti e un vistoso decolté. Dietro di lei, in secondo piano, una donna berbera coperta da un austero burnus che annulla il fisico e la personalità.
La dinamicità del passo della prima si contrappone alla staticità della seconda e la femminilità quasi ostentata stride con la femminilità totalmente celata.
Il prorompente spirito di emancipazione col quale è ritratta la donna italiana viene esaltato dalla presenza dell’abito arcaico che ricopre totalmente la donna libica.
Nel mondo occidentale infatti la modernità ha cambiato le mode e il modo di apparire si è adattato lungo le epoche al contrario della staticità dei costumi locali.
Una borsetta rossa, simbolo di indipendenza, attira l’occhio. Potrebbe però essere anche un libro per accentuare ulteriormente la contrapposizione col mondo islamico nel quale alla donna non era permesso studiare.
Sin dal XVI secolo l’Europa ha generato una serie di rivoluzioni che hanno dato vita alle democrazie, alla libertà e all’uguaglianza tra gli uomini, alla tolleranza e al rispetto. L’Umanesimo e il Rinascimento hanno portato l’accento sulla dignità dell’uomo. Galileo Galilei con la rivoluzione scientifica ha separato la fede dalla scienza e John Locke con il giusnaturalismo ha portato nella società i diritti naturali dell’uomo: vita, libertà e uguaglianza. E ancora: rivoluzione industriale, Illuminismo, rivoluzione francese e rivoluzione americana hanno segnato l’inizio di una nuova epoca per il vecchio e il nuovo mondo.
Il mondo musulmano invece è rimasto per secoli saldamente ancorato al proprio passato, affondando le sue radici nel mondo tribale e nelle comunità arabe primitive.
L’8 marzo, la Giornata internazionale della donna, vuole ricordare le conquiste sociali, culturali, economiche e politiche raggiunte dalle donne, ponendo l’accento sulle discriminazioni e la violenza di cui sono ancora oggetto in alcune parti del mondo.
Una forte contrapposizione valida ancora oggi, quella denunciata da Dudovich, tra due mondi con due culture diverse: le “Due civiltà”, appunto, del titolo dell’opera.
Alberto Alpozzi
NOTE
1. Con il Decreto Legge del 9 gennaio 1939 le quattro provincie libiche di Tripoli, Misurata, Bengasi e Derna furono aggregate al Regno d’Italia, entrando a fare parte integrante del territorio metropolitano
Paolo Scagliarini