A Kharkiv la Chiesa cattolica di rito bizantino rimane accanto al popolo che soffre
Il Vescovo, i presbiteri e i 55 operatori e volontari della Caritas sono rimasti nella città ucraina di Kharkiv finita sotto i bombardamenti, per aiutare le persone che devono sfidare l’inverno senza mezzi.
Tutti giovedì di fronte alla Cattedrale greco-cattolica di San Nicola a Kharkiv, sin dal primo mattino la Caritas locale consegna aiuti umanitari a quelli che sono rimasti nella città distrutta dai bombardamenti.
Il vescovo 55enne Vasyl Tuchapets, esarca di Kharkiv della Chiesa greco-cattolico ucraina, è restato con i suoi fedeli. La sua diocesi conta una ventina di parrocchie con 25 sacerdoti, tre comunità religiose femminile con otto suore e una maschile tre sacerdoti e un frate, dove nelle zone occupate dai russi tutti sono rimasti con le loro comunità.
Anche se quasi tutta la regione la regione di Kharkiv è stata liberata dai soldati, sopravvivere è difficile, si riesce a restare in vita solo grazie agli aiuti umanitari. Ci sono tante famiglie con bambini, disabili e anziani che hanno bisogno di medicine, kit igienici, vestiti, coperte e cibo.
La Caritas ha messo a disposizione psicologi che lavorano con i bambini e gli adulti e avvocati che aiutano quelli che hanno perso i loro documenti.
Il vescovo Tuchapets ha dichiarato che molte persone lontane dalla Chiesa, apprezzano il fatto che i vescovi, i sacerdoti e i religiosi siano rimasti con loro e quando vanno in chiese per chiedere aiuto, trovano qualcosa anche qualcosa di durevole, eterno, che non possono trovare nel mondo.
diac. Antonio Calisi