Avvenuta la traslazione delle spoglie mortali del Cardinale Krikor Bedros Aghagianian, Patriarca degli Armeni Cattolici
A conclusione del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Armena Cattolica, nel pomeriggio del 12 settembre 2024 è avvenuta la traslazione delle spoglie mortali del Cardinale Krikor Bedros Aghagianian, quindicesimo Patriarca degli Armeni Cattolici e Servo di Dio della Chiesa Universale.
Nato in una parte dell’Impero russo che oggi è la Georgia, il cardinale Agagianian fu patriarca della Chiesa cattolica armena dal 1937 al 1962 e Prefetto della Congregazione per la Propagazione della Fede dal 1962 al 1970. Il venerabile Pio XII nominò Agagianian cardinale quando aveva solo 50 anni.
Il ritorno delle spoglie del cardinale in Libano, dove ha sede la Chiesa armena cattolica, “rappresenterà un’opportunità per unire i libanesi di tutte le confessioni, promuovendo l’unità nazionale e il dialogo interreligioso”, ha affermato l’attuale Patriarca, Raphaël Bedros XXI Minassian.
La salma aveva lasciato il Pontificio Collegio Armeno all’alba del 12 settembre 2024 ed era stata accompagnata all’Aeroporto di Roma da una rappresentanza della Chiesa Armena Cattolica in Italia guidata dal Rettore del Pontificio Collegio padre Khatchig Kouyoumjian e da padre Mashdots Zahterian, rappresentante della Chiesa Cattolica Armena in Ungheria.
Sull’aereo che ha portato il corpo del Cardinale a Beirut vi era il Sua Beatitudine Raphael Bedros XXI Catholicos Patriarca di Cilicia dei cattolici armeni che era giunto a Roma di buon mattino a bordo di un aereo della Middle East Airlines guidato dal pilota libanese-armeno Hagop Nigolian e dal copilota Harout Artinian.
Tra l’attuale Patriarca degli Armeni Cattolici e il Servo di Dio vi è stato un legame molto profondo anche in vita, che ha permesso all’allora giovane padre Rafael di essere accanto al cardinale nell’ultimo periodo della sua vita e di assistere anche ad alcuni fenomeni mistici che ne caratterizzarono l’agonia e il transito al Cielo.
All’aeroporto internazionale Rafik Hariri di Beirut la salma è stata ricevuta dal deputato Jean Talozian, dall’ex ministro Richard Qyoumjian, dal comandante del servizio di sicurezza aeroportuale, dal generale di brigata Fadi Al-Kafouri, dal comandante della compagnia delle forze di sicurezza interna dell’aeroporto, dal generale di brigata Izzat Al-Khatib, dagli alti ufficiali dell’aeroporto aeroporto e una grande folla di vescovi. Quindi alcuni sacerdoti e archimandriti della chiesa armena cattolica hanno trasportato la venerata salma del cardinale Aghajanian nella sala del “Salone Presidenziale”nell’edificio VIP.
Attraverso le commoventi immagini televisive, trasmesse in streaming da Chiariti Radio TV, abbiamo potuto riconoscere tra gli altri padre Hovsep Bezazian, attuale Amministratore Apostolico dell’Ordinariato di Grecia degli Armeni, e gli amici reverendi padri Bedros Marashlian Haddad e Sahag Keshishian. All’interno della stazione aeroportuale si è tenuta una breve manifestazione in onore del Cardinale con accoglienza ufficiale da parte delle autorità religiose.
Il clero armeno ha recitato inni e preghiere nella sala allestita con fiori e immagini salienti della sua vita. Al termine di questo momento il feretro nella sua urna trasparente ha continuato il suo percorso sino alla Piazza dei Martiri della capitale libanese. Davanti agli sguardi di diverse migliaia di libanesi appartenenti alla comunità armena e di numerose autorità civili e religiose, il patriarca armeno cattolico Raphaël Bedros XXI Minassian ha celebrato questo “miracolo di santità”. Il corpo ancora conservato del suo predecessore e cardinale Aghagianian (1895-1971), sebbene senza imbalsamazione è stato mostrato alla folla plaudente e festante che lanciava petali di rose come al passaggio di un Santo.
Tra le autorità governative ed ecclesiastiche presenti in prima fila c’erano il primo ministro libanese ad interim Nagib Mikati e il patriarca maronita, Card. Beshara Raï.
Al momento non sono previste ulteriori cerimonie per l’esposizione pubblica del corpo, in attesa della conclusione favorevole del processo di beatificazione. Ad oggi, il cardinale defunto è ‘semplicemente’ considerato Servo di Dio, in virtù del processo canonico aperto a Roma nel 2022.
Il trasferimento è avvenuto per esaudire un’espressa richiesta dello stesso Card. Aghagianian quando era ancora in vita. Nato ad Akhaltsikhe, attualmente comune del Governatorato di Tblisi, in Georgia nel 1895, studiò a Roma fin da giovanissimo presso il Pontificio Collegio Armeno, di cui fu in seguito sia vice rettore che Rettore. Nel tempo, trovò posto nella Curia Romana, senza mai dimenticare le sue origini armene e senza mai poter tornare nella sua patria natia, che nel frattempo era diventata una Repubblica sovietica. Tra i suoi principali intenti vi fu il tentativo di riparare alla dottrine atee dei momenti più bui e repressivi del materialismo sovietico. Ciò gli costò probabilmente per due volte la mancata elezione al Soglio Pontificio. Accanto a questi propositi si impegnò per tutta la vita alla riunificazione delle Chiese cristiane con scritti e pensieri personali che anticiparono, in varie occasioni, le future definizioni ecumeniche e interconfessionali. Naturalizzato libanese dopo l’indipendenza nel 1943, mentre era già stato eletto Patriarca degli Armeni cattolici, tra i suoi ultimi desideri espressi in vita c’era quello di essere sepolto in terra libanese, nel Monastero di Bzommar, sede del Patriarcato Armeno Cattolico. Il cardinale guidò la Chiesa armena cattolica tra il 1937 e il 1962 per dedicarsi ai preparativi per il Concilio Vaticano II di cui ricoprì anche il ruolo di Moderatore.
Una grande manifestazione interconfessionale ha radunato insieme tutte le chiese cristiane presenti in Libano, ma anche molti credenti musulmani che vedono nella figura del Cardinale un esempio di pace e conciliazione tra i popoli.
L’evento del 12 settembre 2024 ha avuto un carattere religioso e civile insieme perché la figura del Cardinale e Patriarca è stata molto legata a Libano ed egli ha avuto, nel corso della sua esistenza, rapporti propositivi che hanno reso fiorente per molti anni questa nazione che dagli anni Ottanta è fatta oggetto di continui attentati e destabilizzazione da parte delle potenze confinanti nonché dagli stati imperialisti e neoimperialisti.
Carlo Coppola