Caduto un altro simbolo del cristianesimo nel Ponto
Un altro simbolo del cristianesimo nel Ponto, regione dell’odierna Turchia, è stato cancellato. Questa volta è toccato alla chiesa di San Giorgio, meglio nota ai cristiani come la Santa Sofia di Prussa (odierna Bursa).
Se non fosse stato per il recente cambio di destinazione d’uso di Santa Sofia di Costantinopoli da museo a moschea, o per la trasformazione in moschea della chiesa di Nicea dove si ebbe il celebre concilio ecumenico, se non fosse stato ancora per la trasformazione in moschee delle chiese di Trebisonda o per le provocazioni e le continue minacce di Erdogan di invadere le isole del Dodecaneso, probabilmente non ci saremmo interessati alla rovina di questa chiesa.
Costruita nel 1896, in seguito al genocidio dei greci del Ponto ed al successivo scambio di popolazioni voluto dal consesso internazionale che sradicò circa 2 milioni di persone, la chiesa di San Giorgio fu trasformata in moschea e tale rimase fino a quando nel 2006 fu costruita una nuova moschea Yeni Özlüce. L’edificio non più adoperato per la preghiera islamica, fu acquisito dal Comune di Nilüfer che, dopo tre anni, ne fece un centro culturale: Özlüce Kültürevi. La storia non finisce qui, anzi qui ha inizio un contenzioso legale intentato dalla Direzione Regionale delle Fondazioni nei confronti del Comune che porterà all’acquisizione del fabbricato da parte della Fondazione Inesiye Village Mosque. Acquisito quindi lo storico edificio questa Fondazione, di fatto, lo ha abbandonato nell’incuria più totale e a nulla sono valsi i tentativi del Comune di Nilüfer nel 2016 e nel 2019 di accertarne le condizioni statiche.
Sta di fatto che il primo settembre di quest’anno si è dovuto procedere alla demolizione perché la costruzione è stata dichiarata pericolante.
Con un tweet il Comune di Nilüfer ha espresso tutto il suo disappunto: “L’edificio storico, che è stato restaurato da noi quando è stato abbandonato, fungeva da casa della cultura Özlüce, ma poi ci è stato sottratto in seguito della causa intentata dalla Direzione regionale delle fondazioni, ed è stato distrutto per negligenza”; mentre il Sindaco Turgay Erdem, sempre con un tweet, ha dichiarato: “La demolizione della chiesa greco-ortodossa di San Giorgio, che è stata usata come moschea per un periodo e che abbiamo lottato per possedere e mantenere in vita dal 2006, ci ha davvero rattristati”.
Ci chiediamo, noi: è solo negligenza, o anche volontà di cancellare la storia? Che senso ha intentare una causa, vincerla, ottenere uno stabile storico e poi abbandonarlo?
Paolo Scagliarini