Dante. Il conservatore tragico del “Raggio divino” di Pierfranco Bruni

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Miriam Katiaka Dante divino o/e Dante profeta. Si tratta di un viaggio o la ricerca di un viaggio nel quale si supera ogni forma di teologia con la filosofia. Una visione a volte anche escatologica in cui la figura cristologica è oltre le chiese. In questo Dante della immensa biblioteca si incentra il racconto di Pierfranco Bruni dedicato al “Dante. Raggio divino”, edito da Pellegrini. Un lungo viaggio comunque, che parte prima di Dante e va molto oltre in un paesaggio di estetiche e metafisiche in cui il divino si intreccia con il mistico e il senso del profeta.

Bruni in questo suo immenso libro si pone davanti allo specchio ma anche dietro. È qui che si incentra la minuziosa filosofia di Bruni nel trattare l’opera di Dante. È come se emergesse più il filosofo che il letterato puro o l’italianista. Bruni lavora con il suo pensiero cosmopolita da filosofo ponendo al centro non la verità ma il dubbio. Il paradosso l’enigma la metafora sono i tre punti nevralgici che hanno guidato Bruni in un Dante che vive da profeta in una “Commedia” che considera tragico. Ma la forza è data dal fatto di considerare Dante un conservatore. Innovatore nella lingua ma conservatore nel pensiero, nelle forme e nella visione.

Bruni sostiene che “Dante è stato un cristiano della tradizione ma molto distante dal relativismo post medievale. Un conservatore cristiano che non ha accettato le regole della teologia. Proprio per questi motivi Bruni ha rivoluzionato gli studi danteschi bloccati da anni in un conformismo culturale”. Dante rivoluzionario dunque? Bruni dice: “Con Dante si apre l’Umanesimo non solo per una rottura che crea tra teologia e filosofia ma per una precisa posizione che assume a privilegio della filosofia. Sul piano prettamente poetico resta la “Vita nova’.

Un vero riferimento che apre una prospettiva innovante alla letteratura attraverso sia il prosimetro che le ombre di Beatrice. “Il tema dell’ombra è fondamentale in Dante. Con questa dimensione affronta il rapporto tra politica e letteratura, tra gnosticismo ed eresia, tra lirismo ed endecasillabo. Un dato dal quale non si può prescindere”.

Pierfranco Bruni ha scritto un libro necessario su Dante. Un libro che resta ed è considerato uno dei libri più importanti dell’anno. Dante è un conservatore che ha saputo molto giocare con la fantasia dei personaggi. Una sottolineatura forte che caratterizza tutte le pagine del testo di Bruni che considera, ripeto, la Commedia una Tragedia.