Gender: la Chiesa di Cipro (UE) lancia un segnale d’allarme per la libertà di espressione
“Il genere non è un elemento di scelta, di autodeterminazione o di cambiamento a nostro piacimento”. Questa è stata l’affermazione del Santo Sinodo della Chiesa di Cipro alla vigilia della discussione di una proposta di legge che modifica il codice penale aggiungendo un nuovo articolo 233B: “Terapie di pseudo-conversione…” degli omosessuali. La proposta di legge è stata presentata dal gruppo parlamentare AKEL – Sinistra –Forze Nuove a firma di Giorgos Koukoumas già dal 2022 partendo dal presupposto che vedrebbe le cosiddette “terapie di conversione” basarsi sul convincimento che le persone LGBT necessiterebbero. Per tale ragione, si legge nella nota di accompagnamento della proposta di legge, il Parlamento Europeo ha invitato tutti gli Stati dell’Unione a perseguire penalmente le “terapie di conversione/correttive”.
Pubblichiamo, quindi, per i nostri lettori il documento ufficiale del Santo Sinodo, tradotto dal greco, che testimonia la preoccupazione della Chiesa per la propria libertà di espressione poiché va da sé che ove mai passasse questo tipo di legge automaticamente anche il semplice invito ad una conversione, o anche il solo sostenere l’esistenza di due soli sessi, sarebbe penalmente perseguibile:
Il Santo Sinodo della Chiesa di Cipro si è riunito oggi, lunedì 22 maggio 2023, in sessione straordinaria, sotto la presidenza di A.M. dell’arcivescovo di Cipro Georgiou e si è occupata della proposta di legge che modifica la Legge sul codice penale, con l’aggiunta di un nuovo articolo 233B: “Pseudo-terapie di conversione…”.
Il Santo Sinodo rimane fedele all’insegnamento della Sacra Bibbia secondo cui due razze, “maschio e femmina Dio creò”. Considera anche che il sesso è un dono fatto da Dio a ogni essere umano, che serve il mistero della vita. Il genere è determinato dalla fisiologia del corpo umano e non è un elemento di scelta, autodeterminazione o cambiamento a piacimento.
La Chiesa non ha né vuole avere la possibilità di imporre la sua posizione alle persone. La parola evangelica è chiara: «Chi vuol venire dietro a me…». Tuttavia, conserva il diritto di esprimere un parere e di consigliare i fedeli.
La modifica della legge e l’introduzione del suddetto articolo nel codice penale equivale a livellare il diritto alla libera espressione religiosa e alle convinzioni del popolo cipriota, tutelate dagli articoli 18 e 19 della Costituzione della Repubblica di Cipro e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Sulla base di ciò, consideriamo che:
a) viene violata e criminalizzata la libertà religiosa della persona, garantita dall’articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che prevede chiaramente l’espressione libera e senza ostacoli delle proprie convinzioni religiose, «pubblicamente o privatamente, mediante il culto, dell’insegnamento e la pratica dei doveri e dei riti religiosi”.
b) Viene penalizzata la secolare tradizione del nostro Paese, che vuole che i fedeli, che liberamente si affidano alla cura pastorale della Chiesa, ricorrano ad essa per il consiglio.
c) Il diritto inalienabile dell’uomo di decidere liberamente, di scegliere e di cercare, nell’ambito della legalità e della libertà religiosa, sostegno e guida spirituale in questioni altamente personali e delicate, per le quali può, alla fine, essere criminalizzato lui stesso decide sulla loro accettazione o meno.
Lo Stato dovrebbe riconoscere i diritti di tutti i cittadini della Repubblica di Cipro senza eccezioni. Anche i cittadini che praticano la loro fede, che si esprime nelle regole e nelle dottrine che sono state valide nei secoli nella nostra tradizione greco-ortodossa, hanno questi diritti. La Chiesa non può essere costretta al silenzio per amore della Globalizzazione e del cosiddetto Nuovo Ordine delle Cose. Il diritto del cittadino di esprimere liberamente le proprie opinioni e le proprie scelte di vita è rispettato dalla Costituzione e dalle Leggi. Dovrebbe, tuttavia, riflettersi nelle caratteristiche speciali, che riflettono l’ethos e i valori della Chiesa e la struttura sociale dello Stato cipriota, che consiste nella maggioranza dei cristiani ortodossi.
Con il pretesto di proteggere i diritti umani, un gruppo di persone non può imporre il proprio stile di vita agli altri, né il lavoro di protezione dei diritti umani dovrebbe servire a interessi politici o di altro tipo di caccia al voto o di esibizione pubblica.
La Chiesa è la madre di tutti senza eccezioni, non critica né condanna. È un rifugio a cui tutti ci rivolgiamo, per trovare attraverso la sua santa esperienza spirituale ei suoi santi misteri, sostegno, ispirazione, consolazione e rinforzo nelle lotte esistenziali e nelle pressioni psicologiche che affrontiamo.
La Chiesa può lavorare perfettamente con persone che non hanno fede religiosa o riferimenti metafisici e condividere con loro il rispetto per la libertà umana. “Conosci la verità e la verità ti farà libero” (Gv 8, 32).
Facciamo quindi appello ai nostri parlamentari affinché non distruggano tutto ciò che di sano c’è in questo luogo. La degenerazione spirituale della società non è delle migliori per un popolo che lotta per la sua sopravvivenza nazionale.
Se la luce della risurrezione del Dio-uomo Gesù Cristo può illuminare il cuore dell’uomo, allora può anche trasformare l’intera persona. La Chiesa sempre nell’amore e nell’umiltà prega per la persona che lotta e si pente.
Paolo Scagliarini