Giù le mani dalla cura
In una sala gremita di gente e in un clima di autentica commozione, si è tenuta la prima presentazione in anteprima nazionale del libro di Giuseppe Zora “Giù le mani dalla cura”, a cura di Stefania Romito. Un testo che testimonia non soltanto una importante scoperta scientifica, efficace contro la lotta ai tumori, ma soprattutto una straordinaria esperienza di vita, all’insegna dell’amore per l’essere umano.
Una vicenda, quella del dott. Giuseppe Zora e della dott.ssa Anna Tarantino, che indigna e appassiona al tempo stesso illuminando le menti e le coscienze delle persone. La salute umana è il bene più prezioso che va sempre salvaguardato, ma spesso ci si dimentica di questo immanente postulato finendo per favorire interessi per lo più economici. Un modus operandi che sovente impatta negativamente sulla tutela della salute pubblica.
La vicenda del dott. Zora e della dott.ssa Tarantino, narrata in maniera estremamente coinvolgente nel libro, smaschera tutti i retroscena di un sistema che ancor oggi necessita di essere risanato. Poiché, come sottolinea l’autore: “Tutto è cambiato, ma nulla è cambiato”. Una storia emblematica che fa comprendere come, nel nostro Paese, una scoperta scientifica, di accertata validità ed efficacia, possa subire ostracismi di ogni genere inducendo i loro “ideatori” all’esilio. Il coraggio e la determinazione dei due medici ricercatori hanno fatto sì che il loro farmaco venisse approvato dal Food and Drug Administration acquisendo, così, valore di “autorevolezza” e ottenendo il nulla osta per la distribuzione. Riconoscimento che il nostro Paese ha deciso di ignorare inducendo moltissimi malati oncologici a rifornirsi all’estero.
L’evento, che si è tenuto nella suggestiva cornice di Castel Brando a Cison di Valmarino (Tv), condotto magistralmente da Emiliano Codeluppi, ha coinvolto i presenti fin dall’inizio mediante l’ascolto delle testimonianze dei pazienti oncologici che hanno tratto beneficio dalla terapia immunomodulante del dott. Zora. Perché se è vero che la chemioterapia (necessaria per la cura di alcune tipologie di tumori) distrugge le cellule tumorali, “è altrettanto vero che può causare danni irreversibili all’organismo e al sistema immunitario”, come ha sottolineato la giornalista e scrittrice Stefania Romito, curatrice del libro, nel corso del suo toccante intervento nel quale ha approfondito drammatiche esperienze di vita. È, quindi, auspicabile affiancare alla terapia chemioterapica, una terapia immunomodulante di supporto.
Anche la testimonianza di Michela Rossi, organizzatrice dell’evento insieme alla sorella Donatella, ha posto l’accento sull’importanza di contrastare gli effetti dannosi della chemioterapia con l’uso di terapie immunomodulanti, sottolineando come il farmaco del dott. Zora abbia contribuito a farle superare, senza effetti “collaterali”, la terapia chemioterapica.
Di profonda rilevanza giudiziaria è stato l’approfondimento del Magistrato Luigi De Ficchy volto a porre in essere tutte le contraddizioni (e contravvenzioni) legali subite dal dott. Zora, come ha evidenziato l’Avvocato Roberta Minotti che si è occupata della sua difesa. Mentre la dott.ssa Tiziana Repetto (Medico chirurgo Infettivologa) e l’imprenditore Roberto Ceria hanno acceso un focus rilevante sulla peculiarità del dott. Zora di porre sempre in primo piano l’aspetto umano e non solo quello clinico.
Un evento, un libro, per sostenere l’importanza di una medicina “umanocentrica” che ponga al centro l’essere umano e la sua individualità. Che miri a curare il paziente anziché solo la malattia. Perché non siamo numeri, ma esseri umani.