Ignazio Maloyan. Prossima la proclamazione a santo.

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Il Sommo Pontefice ha approvato i voti favorevoli della Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi membri del Dicastero per la canonizzazione dei Beati tra essi Ignazio Maloyan, al secolo Choukrallah Arcivescovo armeno cattolico di Mardin, nato il 15 aprile 1869 a Mardin (Turchia) e morto l’11 giugno 1915 nel villaggio di Kara-Kenpru vicino a Diyarbakir in Turchia. Il Beato Ignazio Maloyan, Arcivescovo di Mardin degli Armeni Cattolici, si appresta a essere proclamato Santo, un evento che segna un momento significativo per la comunità armena e per la Chiesa cattolica nel suo complesso. Era nato nel 1869 in una famiglia di fede profonda, da Melkon e Feridè. Dedicò la sua vita alla sua comunità, affrontando con coraggio le sfide e le persecuzioni che hanno colpito gli Armeni durante il genocidio del 1915. Sin da ragazzo il suo padre spirituale, Joseph Tchérian, scorgendo in lui i segni della vocazione, lo inviò all’età di 14 anni nel convento di Bzommar, in Libano. Nel 1896 fu ordinato presbitero incardinato nell’Istituto del clero patriarcale di Bzommar. Dopo aver ricevuto incarico di missione presso la diocesi armena dell’Egitto ed essersi guadagnato fama di sacerdote esemplare, nel 1904 fu richiamato in Libano dove Sua Beatitudine il Patriarca degli Armeni Cattolici Boghos Bedros XII Sabbaghian, lo nominò suo segretario.

Quindi nell’ambito del riordino delle Diocesi Armene Cattoliche fu individuato come vescovo di Mardin. Il 22 ottobre 1911, durante il Sinodo dei Vescovi armeni svoltosi a Roma, fu eletto Arcivescovo di Mardin e consacrato dal nuovo Patriarca Sua Beatitudine Boghos Bedros XIII Terzian. Subito dopo partecipò al pellegrinaggio della nazione armena al Santuario della Madonna di Pompei dove conobbe l’avvocato e fondatore Bartolo Longo, che lo avrebbe ricordato dodici anni dopo nel suo scritto sul Genocidio Armeno, per la dolcezza, affabilità e zelo.

A Mardin, si interessò da vicino ai problemi dei fedeli mettendo in pratica una nuova pastorale ante litteram, con occhi e orecchi sempre attenti sia alle necessità materiali e sociali che spirituali del popolo a lui affidato. Diffuse in tutte le parrocchie la devozione al Sacro Cuore e alla Madre di Dio, in special modo proprio alla Madonna di Pompei e alle pratiche di pietà ad essa connesse. Maloyan lavorò instancabilmente per mantenere viva la fede tra i suoi fedeli, promuovendo l’unità e la speranza in tempi di grande sofferenza. La sua leadership durante il genocidio, quando scelse di rimanere con il suo popolo piuttosto che fuggire, è un esempio di quella dedizione e del suo sacrificio.

La proclamazione a Santo non è solo un riconoscimento della sua santità personale, ma anche un tributo alla resilienza del popolo armeno. La sua canonizzazione rappresenta un momento di riflessione sulla storia e sulla cultura armena, nonché un invito a continuare a lottare per la giustizia e la pace alla luce del Vangelo e della Fede in Cristo.

La cerimonia di canonizzazione, di cui non è ancora stata annunciata la data esatta, attirerà a Roma moltissimi fedeli armeni cattolici e non cattolici da tutto il mondo, non solo della comunità armena, ma anche di tutti coloro che credono nei vincoli di amore, unità e patria. La figura di Ignazio Maloyan continuerà a ispirare certamente anche le generazioni future, ricordando a tutti, con la sua testimonianza elevata a totalità, l’importanza di rimanere saldi nella fede e nella solidarietà, anche nei momenti più bui della storia umana come quelli che l’Armenia, e il mondo intero, stanno attraversando stretti nella terribile morsa tra relativismo etico e secolarizzazione che facilita l’ascesa delle dottrine retrive e fondamentalistiche e dell’Islam.

La Sala Stampa Vaticana questa mattina ha reso noto anche che il 28 marzo 2025 il Santo Padre ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti anche il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Carmelo De Palma, Sacerdote diocesano, nato il 27 gennaio 1876 a Bari (Italia) e ivi morto il 24 agosto 1961.

Carlo Coppola