“Il buio dell’alba” non è un ossimoro

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Dopo la bellissima presentazione, tenutasi il nove ottobre presso Edita/fiera dell’editoria a Milano, sento la necessità di riflettere ancor di più su questo romanzo edito da Libromania/De Agostini scritto da Stefania Romito.

Se tutta la vicenda narrata sembra ruotare intorno al giovane Tonino, in realtà la narrazione ruota intorno al tempo. È il tempo implacabile che segna il suo percorso nello scandirsi degli avvenimenti che tracciano la trama. Un tempo che si ripropone a distanza di secoli per guidare con accadimenti , apparentemente casuali , la storia e le precarietà sociali attuali. Quindi storia e temi sociali proposti dall’autrice Stefania Romito con grazia, con garbo ma con linguaggio e discorrere dinamico proponendo al lettore un narrare accattivante ed avvincente.

Una delle figure più belle è quella di Maria, lei è la Luce! In minigonna e vestitini attillati impersona l’innocenza alla ricerca del sapere e della verità già forte di una cultura che le permette di aprirsi ai sentimenti più puri ed includere nella sfera intima l’impeto dell’abbraccio di realtà diverse che non si preclude.

Il personaggio principale è Tonino, un adolescente inquietante. In lui si percepisce la paura, il disorientamento, la mancanza fisica e psicologica di ancoraggio sicuro. E quindi questi due personaggi vanno per catarsi quasi a compensazione. Ed ecco il potere salvifico della condivisione, condivisione quasi a comunione. Nel titolo anticipavo che “Il buio dell’alba” non è un ossimoro ed io non lo ritengo tale semmai il contrario. Il momento di maggiore oscurità precede solo di pochi secondi la luce.

L’autrice, nel percorso narrante, porta alla luce la strage dei Valdesi avvenuta nel 1561, episodio questo che fa da perno all’intera vicenda e senza cui la vicenda non avrebbe ragione di essere. Stefania Romito si è documentata in modo scientifico su questo evento storico di cui io, prima di leggere il libro, non conoscevo nulla sollecitando in me la curiosità di un approfondimento. A tal proposito mi chiedo perché nella società attuale, tanto aperta e liberista, ci siano delle minoranze (che siano esse religiose, etniche o linguistiche) favoreggiate rispetto ad altre completamente ignorate.

Un libro/romanzo scritto con destrezza. Un turbine di emozioni e misteri in un infinito che è poi solo un “finito non finito”.

Franca De Santis*

*Presidente Associazione culturale “Terra dei Padri”