Il potere della musica
Paura, tristezza, rabbia, felicità, euforia, sensualità, passione, amore, relax, eccitazione: è quanto è in grado di suscitare la musica. Quando è nata la musica, detta anche “Arte dei suoni”?
Gli archeologi c’informano che come forma artistica abbia avuto origine nel periodo del Paleolitico Superiore (tra i 50.000 e i 12.000 anni fa), dopo aver rinvenuto antichissimi strumenti musicali in ambiti databili in quell’epoca.
Tra le varie ipotesi, si pensa provenga dall’imitazione dei suoni naturali: l’acqua che scorre, il vento che soffia, o dal ritmo sonoro di antichi movimenti meccanici e ripetitivi propri dell’agricoltura, dalla riproduzione umana del canto degli uccelli poco prima del periodo di accoppiamento o ancora dal rivestimento melodico delle grida primordiali dell’essere umano, quando l’uomo iniziò a razionalizzarle e rivestirle musicalmente.
Possiamo affermare che le note musicali rappresentano un linguaggio non verbale che influenza la nostra psiche e il nostro corpo?
La scienza parla di una parte del cervello preposta all’elaborazione delle emozioni attivata dalla musica, che agisce sul nostro benessere accrescendolo, sul nostro umore, sugli stati ansiosi, battito cardiaco, pressione sanguigna, respirazione, nonchè sul livello di alcuni ormoni, soprattutto delle endorfine.
La musica classica o meditativa ad esempio riduce il dolore e lo stress ed è indicata a chi è in cerca di quiete e di riposo,in quanto ha un effetto sedativo, rilassante e aiuta anche nella meditazione, nella preghiera e nell’ascolto di se stessi. Ha la capacità di ridurre la fatica mentale, migliorando la creatività e stimolando la memoria; di liberare da conflitti interiori e sofferenze come nel caso della musicoterapia, disciplina terapeutica che si occupa dell’aspetto emotivo, cognitivo, fisico e sociale delle persone, migliorando i disturbi comportamentali difficili da controllare (come l’aggressività, l’isolamento, ecc…) .
È un mezzo di socializzazione e di condivisione di esperienze, momenti, emozioni; un linguaggio universale che unisce persone di diverse culture, lingue e background permettendo di comunicare tra loro senza bisogno di parole e che quindi va oltre le barriere linguistiche.
Caratterizza l’identità culturale di ogni nazione che va sotto il nome di nazionalismo musicale, riferito all’uso di motivi musicali che si identificano con uno specifico paese regione o etnia ripercorrendo la propria storia.
Musica utilizzata per richiamare l’attenzione su temi sociali, politici o per gli inni nazionali o per colonne sonore di film, pubblicità e programmi televisivi o come sottofondo nella lettura di poesie e prose per accompagnare l’andamento della voce nelle diverse espressioni alfine di renderle più emozionanti, comprensibili e suggestive.
La musica ci porta indietro nel tempo e funge se così si può dire, da macchina del futuro facendosi sognare ed evadere dalla realtà per poi catapultarci nel presente; è una compagna di viaggio che rende indimenticabili gli avvenimenti più importanti della vita di ciascuno.
Riveste talvolta il ruolo di Cupido lanciando messaggi di amore… quanti si sono innamorati e trovato l’anima gemella ascoltando una canzone?
A volte esercita una sorta di doping (un effetto energizzante ritardando l’affaticamento e aumentando la capacità di lavoro o di una prestazione sportiva ad esempio).
Si dice che musica e sport rappresentino un binomio vincente: allenarsi a ritmo di musica favorisce la concentrazione e la motivazione.
Inoltre determinati generi musicali ( pop e rock) aumentano la resistenza alla fatica e allo sforzo ; la musica ritmata, come quella dance, può migliorare l’umore.
In campo religioso ispira il canto dell’anima che adora e benedice il Signore intonando inni e salmi spirituali che salgono al cielo come incenso gradito e investono lo spirito di gaudio paradisiaco, che porta alla contemplazione dei beni eterni! Obbediamo così ad un dovere divino espresso nel salmo 46 : “Acclamate Dio con voci di gioia”.
Anche agli strumenti musicali bisogna riconoscere un certo potere, un proprio fascino, un suono unico, una propria personalità in grado di generare emozioni. Le note alte e acute del violino possono essere fonte di eccitazione o tensione, quelle basse invece di calma; quelle basse del pianoforte possono infondere tristezza e malinconia, mentre le note alte, la felicità. I tamburi con i loro suoni ritmici possono stimolare il rilascio degli ormoni che danno una sensazione di benessere ed una rideuzione dello stress e dell’ansia.
Una piccola parentesi vorrei dedicare ai messaggi subliminali, che passerebbero attraverso la musica (ascoltata al contrario) per un brevissimo arco di tempo al fine di alterare il comportamento della persona senza che ne sia consapevole: se così fosse sarebbe una vera e propria violenza della coscienza e persino un reato da identificare come istigazione ad azioni malvage contro se stessi e il prossimo. Potrebbe accadere infatti che ascoltando o guardando un video di una canzone, (al di là del genere di appartenenza), si venga influenzati dai suoi contenuti subliminali che portano alla violenza, al cosnumo di stupefacenti, alla ricerca di passioni sregolate e probabilmente anche allo stupro, fino ad arrivare al satanismo. Tali effetti negativi potrebbero manifestarsi non solo nell’immediato, ma anche a distanza di tempo (chiusa parentesi).
Il nostro paese, l’Italia, che posto riconosce alla musica? A quanto pare viene considerata un’arte secondaria nonostante vanti straordinari repertori (dalla classica all’Opera, alla canzone popolare in particolare legata alla tradizione napoletana e ai vari famosi e noti cantautori apprezzati in tutto il mondo. Tuttavia il canto lirico è stato proclamato Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco il 7 dicembre 2023.
Si potrebbe vivere senza musica o la vera musica è il silenzio? “La vera musica è il silenzio. Tutte le note non fanno che incorniciare il silenzio” ( Miles Davis)
Cinzia Notaro