Il ritorno di Giona
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Mentre potava le vigne, Giona fu richiamato dal Signore per una nuova missione. Gli abitanti della grande città non vivevano più secondo natura, una terribile punizione li attendeva. Balenò a Giona l’idea di fuggire a Tarsis e sottrarsi alla missione affidatagli. Ma si ricordò della volta precedente: la tempesta, gettato in mare, inghiottito da una balena, rigettato dopo tre giorni sulla spiaggia. Allora,suo malgrado, si recò a predicare. Gli uomini e le donne però questa volta lo deridevano o gli voltavano le spalle. Non intendevano rinunciare ai propri agi, al proprio stile di vita, alla forsennata quantità di beni che producevano e consumavano,né a moltiplicarsi come conigli. Giona,avvilito, si rivolse allora al Signore: «Ho fallito, mio Dio. Tocca ora alla tua ira? Signore? mi ascolti? Signore?…».
Sandro Marano
Intervista a Sandro Marano (A) a cura della redazione de La Fiaccola (LF)
LF: Come nasce l’idea di questo racconto?
A: La figura biblica di Giona mi ha sempre interessato. Giona è un profeta controvoglia. Lo notava già Alex Langer paragonandolo all’ecologista. Cerca di sottrarsi alla richiesta di Dio di andare a predicare. Sa infatti che non è facile persuadere gli uomini a cambiare vita. La sua missione lo espone al rischio di non essere compreso, o peggio di essere umiliato e malmenato…
LF: A differenza del testo biblico nel tuo racconto la missione di Giona non è coronata dal successo…
A: Sì, nel testo biblico gli uomini e le donne di Ninive accolgono il messaggio di Giona, si ravvedono e fanno penitenza, il castigo minacciato da Dio è scongiurato. Ora mi chiedo: che sorte avrebbe al giorno d’oggi Giona? Devo confessare che sono piuttosto pessimista al riguardo…
LF: Dietro Giona, come diceva Langer, si intravede la figura dell’ecologista…
A: Precisamente. Ricordo a questo proposito le parole di Paolo Colli: l’ecologista è quel rompiballe che ricorda agli uomini che oltre i diritti ci sono i doveri. Un messaggio controcorrente rispetto all’opinione dominante.
LF: Come interpretare il silenzio di Dio nel tuo breve racconto?
A: Forse Dio ha deciso di lasciar fare alla natura che violata, maltrattata, offesa non perdona. O forse prende tempo, magari medita di inviare un nuovo diluvio. Varie interpretazioni sono possibili.
LF: Quest’ultima interpretazione ci richiama il Giona della Bibbia che, nuovamente ribelle, è contrariato per il fatto che Dio abbia perdonato il popolo di Ninive e non l’abbia invece punito. Non sarà che gli imperscrutabili disegni di Dio sono ancora totalmente differenti rispetto a quelli degli uomini?
A: Certamente. La presunzione di conoscere l’essere nella sua totalità è un’imperdonabile ingenuità. Il saggio non può che agire a prescindere dai risultati, abbandonandosi per il resto alla provvidenza o, se si vuole, all’amor fati.