Il sottosuolo dei demoni. Filosofia e Dissolvenza

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Il Novecento di Pierfranco Bruni non è un secolo breve. Racconta le contaminazioni tra antropologia e filosofia in un mosaico incastonato da antiche eredità “La cultura vera del nostro tempo non esiste. Siamo ancora eredi di un Novecento che insiste con la sua forte presenza sia sul piano del Pensiero sia in una progettualità più organica”. In una recente intervista è ciò che ha sottolineato Pierfranco Bruni ed è ciò che emerge dal suo recentissimo libro: “Il sottosuolo dei demoni”, Solfanelli editore. Infatti, “Il sottosuolo dei demoni” è un libro di filosofia, ovvero di pensiero “forte” su temi di comparazione estetico-antropologica. Si tratta di un viaggio in un Novecento che non ha mai consegnato la sua eredità all’epoca successiva. Il moderno sparisce e ricompare con un magico sentiero la Tradizione.

Restano fondamentali alcuni scrittori e alcuni filosofi che hanno accompagnato l’autore del libro nel corso della sua vita in un abitare linguaggi e misteri. Si attraversano vissuti di contaminazioni tra letteratura, antropologia, filosofia ed estetica.

Leggendo il testo viene immediatamente alla luce il suo testamento spirituale e restano come solchi i nomi di Pavese, Zambrano, Eliade, Masullo, Weil, D’Annunzio e Dostoevskij. Altri segnano la via e ulteriori pellegrinaggi. Forse non fanno la vita, tout court, dello scrittore Pierfranco Bruni, ma diventano incisi nella carnalità dell’anima come anima carnale. Il titolo è già un sottolineare chiaro. Il “sottosuolo” e i “demoni”. Ovvero: “Il sottosuolo dei demoni. Filosofia e Dissolvenza” con la collaborazione di Micol Bruni, Edizioni Solfanelli, È un libro eretico? O forse. Pagine 248, euro 14,00. È certo che la filosofia contamina tutto. Quella filosofia che è estetica ed è profondamente metafisica oltre il nichilismo. La figura di Dostoevskij resta centrale nel vissuto di un uomo e di uno scrittore che ha fatto della sua scrittura il tempo dell’esistere.

Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario. Direttore archeologo. Esperto di Letteratura dei Mediterranei. Vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Ma cosa resta di un secolo passato ma sempre vivo? Pierfranco Bruni risponde: “I secoli e le epoche non muoiono. Si autodefiniscono nei processi di contaminazioni e interagendo innovano. Il Novecento è un secolo forte e lungo. Non assolutamente breve. Non esistono i secoli brevi. È un destino che ha letto la storia mascherandola. Resta il pensiero profondo delle comparazioni di cui ho parlato nel libro. Ecco perché ci sono i sottosuoli e i demoni”.

La Redazione