Il Triodion, il digiuno, la preghiera, l’elemosina, il traguardo pasquale

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Il Triodion è il libro ecclesiastico contenente inni e salmi delle funzioni della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica di rito bizantino, celebrate nel periodo di dieci settimane che inizia dalla “Domenica del Pubblicano e del Fariseo” fino al Sabato Santo. Questo ampio periodo comprende quello del Carnevale (tre settimane), della Quaresima (sei settimane) e della Settimana Santa, si chiama appunto Triodion.

Il calendario di questo periodo viene scandito con le domeniche che vengono generalmente indicate in base al brano evangelico che sarà proclamato ovvero alla loro numerazione nel percorso del digiuno. Dunque, durante le tre settimane di Carnevale avremo la Domenica del Pubblicano e del Fariseo, la Domenica del Figliol Prodigo e la Domenica di Carnevale dalla quale decorre l’astinenza dalle carni. Durante le sei domeniche quaresimali: la Domenica dei latticini durante la quale si fa memoria dell’esilio dal paradiso di delizie del primo uomo creato Adamo e dopo la quale comincia l’astensione dal latte, dai derivati del latte e dalle uova, la Domenica dell’ortodossia durante la quale si fa memoria del ripristino del culto delle sante e venerabili icone, la Seconda Domenica dei digiuni durante la quale si fa memoria di San Gregorio Palamàs, la Terza Domenica dei digiuni o dell’adorazione della Santissima Croce, Quarta Domenica dei digiuni o di San Giovanni Climaco, Quinta Domenica dei digiuni o di Santa Maria Egiziaca, Domenica delle Palme. A questo periodo segue quello della Grande e Santa Settimana che si conclude col Grande Sabato.

Durante la Grande Quaresima i giorni sono aliturgici, cioè non viene celebrata la Divina Liturgia, ad eccezione della domenica durante la quale è celebrata la Divina Liturgia di S. Basilio, il mercoledì ed il venerdì e i primi tre giorni della Grande Settimana è celebrata la Liturgia dei Doni Presantificati, che consiste nell’ufficio dei vespri al termine del quale segue la liturgia eucaristica ma senza la consacrazione che è avvenuta nella precedente domenica, ed il sabato è celebrata la Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo.

Con il periodo del Triodion il tempo liturgico subisce un’inversione nel senso che la Domenica non è più il primo giorno della settimana ma l’ultimo, stando a significare il cammino che si sta percorrendo verso la Salvezza che Cristo ci donerà con la sua morte e resurrezione. La Domenica di Pasqua, uscendo dalla ripetitività della numerazione settimanale, diventerà il Primo giorno, l’Octava dies, il Giorno eterno della nuova era nel quale tutto è ristabilito.

È un periodo questo nel quale i cristiani si preparano dunque a vivere il grandissimo mistero della Santa Pasqua. Questa preparazione comporta un impegno totale del fedele non solo nella meditazione degli inni e delle letture sacre che il Triodion stesso propone quotidianamente, ma anche in un esercizio personale che “morde” la nostra “carne”: il digiuno, appunto.

Il digiuno è ascesi, esercizio, che il fedele intraprende per rafforzare la propria volontà di seguire il Salvatore. Il corpo gradualmente inizia a chiedere differenti alimenti, ma il fedele liberamente  risponde no, alimentandosi unicamente con quanto basta per tenersi in vita e non anche per soddisfare il gusto. Dal digiuno sono evidentemente esclusi i fedeli che non possono per motivi di salute.

Il digiuno, che richiama il digiuno di quaranta giorni al quale Gesù stesso si sottopose andando nel deserto, è poi anche un modo attraverso il quale poter giungere alla conversione, alla metanoia, al modo giusto di valutare le cose. Non è un caso che quando i profeti dell’Antico Testamento invitavano il popolo alla conversione, questi rispondeva innanzitutto col digiuno. Il digiuno è il mezzo col quale l’Uomo ristabilisce la sua signoria, il suo dominio sulle cose e sulle sue passioni, non essendone più schiavo (cfr. Genesi 1, 28 “…Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate…”). Il digiuno, ovviamente, dovrà poi estendersi anche all’abbandono di altre cattive abitudini. San Basilio il Grande a tal proposito qualificava “vero digiuno o alienazione delle passioni, la moderazione del linguaggio, l’astinenza dalla rabbia, l’allontanamento dei desideri, la cessazione del falso dominio”. Il digiuno è un modo attraverso il quale distaccarsi dalle cose di questo mondo per tendere a quelle di lassù: “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio;  pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra (Col. 3, 1-2)”.

Accanto al digiuno non può non considerarsi un’altra santa consuetudine dei cristiani: l’elemosina. L’elemosina di solito viene vista sempre dalla parte di chi dona o aiuta il prossimo in stato di bisogno ed è santa cosa. Ebbene i Cristiani ortodossi usano però, durante la Grande Quaresima, chiedere, o meglio elemosinare, il perdono di coloro ai quali hanno fatto un torto, o con i quali sono in lite, ovvero, toccando alti livelli di santità e di ascesi, chiedono perdono anche a coloro dai quali hanno ricevuto il torto; soltanto allora si accosteranno al loro Maestro presso l’Altare.

Paolo Scagliarini