Jacopo Coghe risponde a La Fiaccola su Cristianesimo ed Europa

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Il Cristianesimo ha impresso in modo particolare il suo carattere nella formazione morale, spirituale e storica dell’Europa creando un patrimonio di fede e di simboli culturali, tramandatici da coloro che sono stati tra gli artefici dell’identità cristiana europea, ovvero, per quanto riguarda l’occidente, il Monachesimo benedettino nel VI secolo e gli Ordini dei mendicanti (francescani e domenicani) nel XIII secolo.
Ricordiamo che san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI auspicarono invano l’inserzione nel testo della Costituzione europea, entrata in vigore il 1° dicembre 2009, di un riferimento alle “radici cristiane” dell’Europa, accanto all’eredità greco-romana.

Abbiamo posto alcune domande al dott. Jacopo Coghe, 39 anni, nato e cresciuto a Roma; laureato in lettere, sposato e padre di 6 figli. Dal 2008 è titolare di un’impresa che lavora nel settore del design e della comunicazione. Nel 2013, Jacopo Coghe ha fondato con altri amici “La Manif Pour Tous Italia”, diventata poi l’associazione Generazione Famiglia. Quest’ultima nel 2019 diventerà parte di “Pro Vita & Famiglia”, di cui è portavoce. Attualmente collabora con la rivista “Il Timone” e Panorama.it.

Dott. Coghe, qual è la natura dell’entità geografico-politica che oggi prende il nome di Europa?

Penso che l’Europa sia il frutto di una grande diversità e ricchezza che affonda le sue radici principalmente nella cultura greca e latina, sulla quale il cristianesimo si è innestato e si è diffuso, portando con sé non solo la Fede e l’abbandono del tribalismo pagano, ma anche la cultura, l’ordine politico e l’amministrazione propria dell’Impero romano. Ecco perché San Paolo nel primo secolo d.C. poté viaggiare in lungo e largo per l’Europa annunciando il Vangelo, come cittadino romano.

La grandezza dell’Impero romano prima e del Sacro romano impero poi, fu proprio nel fatto che le mille culture e popoli che venivano sottomessi politicamente, non venivano però annullati come identità. Il cristianesimo non ha mai snaturato l’identità di un popolo, anzi la elevava ad un livello più alto di umanità e di pensiero, arrivando a creare meraviglie come i monasteri, le cattedrali, le università, le biblioteche e gli ospedali che troviamo sparsi fino ai confini più estremi del Vecchio Continente.

In quello che chiamiamo continente europeo non c’è mai stato un solo popolo, una sola, lingua o una sola cultura, ma tante realtà che, più o meno in pace, condividevano dei principi naturali, filosofici, politici e poi anche religiosi, pur con mille sfaccettature diverse. Tolto il collante di questa grande realtà multiculturale che è stato il Cristianesimo dal punto di vista sociale e religioso, e il diritto greco-romano dal punto di vista politico-amministrativo, resta solo un melting-pot di razze e culture in guerra tra loro che guardano ai propri interessi in un’ottica puramente orizzontale e materiale.

Oltre alle abbazie, monasteri, biblioteche, università, cattedrali cos’altro testimonia le radici cristiane dell’Europa?

Le radici cristiane d’Europa affondavano in ogni aspetto della vita quotidiana dei popoli.

Pensiamo innanzitutto alla scansione del tempo impostata sull’Incarnazione di Nostro Signore (prima e dopo Cristo) e sui ritmi della creazione (giorni della settimana lavorativi e feriali) e dell’anno liturgico (festività liturgiche): le campane delle chiese scandivano il ritmo quotidiano della gente fino a pochi decenni fa.

La toponomastica: i nomi dei luoghi e delle città d’Europa.

Pensiamo all’uso della lingua latina nel diritto e nella scienza.

L’etica e il diritto naturale, come anche del lavoro, fondati sulla visione antropologica e di giustizia cristiana, solo per citarne alcuni.

Cosa ha portato il cristianesimo in Europa?

I frutti del cristianesimo in Europa sono innumerevoli, a partire dall’abolizione di riti e pratiche pagane disumane, all’elevazione della dignità della donna come diversa e complementare all’uomo, dei bambini, fin dal grembo materno, dei malati e degli anziani.

In generale alla comprensione del valore della vita umana in ogni sua forma. Il rispetto per i morti e la sacralità del corpo, il primato della ragione sul sentimento e del bene comune sull’individualismo.

Il Cristianesimo non s’identifica in una cultura, ma feconda le varie culture portando Cristo?

Si, come già detto all’inizio è una delle caratteristiche più sorprendenti del cristianesimo e probabilmente anche una delle cause della sua vasta diffusione.

L’Unione Europea è ancora fondata sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà o questi principi sono concepiti secondo la cultura moderna?

Purtroppo l’Unione Europea come entità politico-legislativa è ormai aliena da questi valori. Probabilmente le intenzioni iniziali sono state tradite e i diritti universali di libertà e dignità umana sono costantemente calpestati e sostituiti da una serie di istanze, innalzate a diritti, che sono in fondo una brutta copia della libertà. Queste istanze spesso imposte dall’Unione Europea ai vari Stati membri, annullano qualsiasi diversità, sia essa culturale, linguistica o addirittura fisica, e pretendono di appiattire l’essere umano ad un a figura informe che deve autodeterminarsi ad ogni costo, perfino prevaricando la vita e la libertà altrui e soprattutto dei più deboli e indifesi. Questo indifferentismo assoluto mira in fondo a creare dei piccoli consumatori perfetti individualisti e senza identità. E’ giusto e doveroso provare a frenare questa deriva anche a livello europeo per salvaguardare l’identità stessa dell’Europa che è nata su tutt’altri principi da quelli propagandati oggi.

Lo scandalo delle divisioni dalla Chiesa Cattolica, vedi Ortodossi, Protestanti… ha influenzato negativamente la salute spirituale del continente europeo?

Sicuramente ciò che divide e isola rende l’uomo più vulnerabile. Come cristiani sappiamo che il padre della divisione è il Maligno, quindi ogni scandalo che mina l’unità della Chiesa è un male, soprattutto a livello spirituale. A causa di queste divisioni ci sono state nella storia europea anche tanti spargimenti di sangue e si è arrivati anche ad una maggiore frammentazione dei popoli europei, quindi desiderare una riunione della Chiesa tutta è certamente auspicabile. E’ chiaro però che non ci può essere Unità senza Verità. Si potrebbe cominciare dal trovare i punti di comunione tra cattolici, ortodossi e protestanti e lavorare a partire da questi.

Da quando la cultura vera e propria europea ha smesso di esistere? Forse dal XVI secolo?

Grazie al Cielo la cultura europea non ha smesso di esistere, è viva, ma fortemente sotto attacco. A partire dalla rivoluzione francese il processo che lentamente si era avviato nel Rinascimento si è velocizzato sempre di più, fino ad arrivare alla deriva moderna. E’ chiaro, a mio avviso, che nel momento in cui si viene attaccati si devono valutare le forze a disposizione per capire se sia il caso di contrattaccare, resistere o anche nascondersi, per proteggere il Bene che è sotto attacco.

Questo nella storia del Cristianesimo è accaduto molte volte, guardiamo ad esempio alle catacombe e ai Martiri dei primi secoli. Ma quando all’apparenza sembrava che

i cristiani fossero stati annientati, dal sangue dei Martiri la Chiesa, e la società stessa, è rinata più forte di prima, come la Fenice dalla sue ceneri. Non per niente il nostro Dio è dovuto morire per poi risorgere dai morti e vincere la Battaglia.

Si può dire che le minacce alle radici cristiane dell’Europa oggi sono l’ateismo, il nichilismo, l’antropocentrismo, il relativismo?

Soprattutto il relativismo, quello tanto denunciato da Benedetto XVI. Se tutto è relativo anche le cose certe, le cose immutabili, le cose naturali, più ovvie possono essere messe in discussione e negate. Questo è in fondo lo scopo del progressismo che emerge prepotentemete dalla “cancel culture”, dall’ideologia Woke, dalla fluidità sessuale, dal non-binarismo della sessualità proposto soprattutto ai giovani. E’ la società liquida denunciata anche da Bauman. Se tutto è relativo, niente è vero se non quello che io sento; e se tutto viene messo in discussione non esiste più nessuna cultura e siamo tutti manipolabili, siamo tutti burattini..

Bisognerebbe ricordare che il cristianesimo affonda le sue radici culturali nella romanità, dato che lo sviluppo storico del Cristianesimo in Europa non è fondato sul Giudaismo, ma su alcuni elementi dell’Impero Romano, giusto?

Direi che abbiamo già esposto l’importanza della cultura greco-latina come terreno fertile per la diffusione del cristianesimo in Europa. Questo non toglie però che Gesù fosse giudeo e che nella Sua predicazione il Signore ha chiaramente detto di non essere venuto ad abolire la legge mosaica, ma a portarla a compimento (Mt 5,17-20). Quindi ritengo che un equilibrato giudizio su questo argomento preveda una sintesi tra la cultura greco-latina e quella giudaica da cui proviene Nostro Signore.

Affermare oggi il primato di Dio significa mettersi al di fuori della cultura moderna. Occorrono uomini di fede, laici e religiosi, che capovolgano tutto questo, una specie di controrivoluzione?

Il nostro amato G.K. Chesterton diceva: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.” Direi che possiamo accogliere queste sue riflessioni come un manifesto, una bandiera per i nostri tempi, un richiamo per tutti gli uomini di buona volontà che intravedono nella deriva antropologica dell’Occidente un reale, concreto e crescente rischio per il futuro dei nostri figli. Ognuno di noi, uomo o donna, laico o sacerdote, credente o non credente può e deve ribadire nella sua quotidianità l’importanza dei principi non negoziabili e la necessità di avere una visione trascendente che allarghi l’orizzonte della vita oltre le questioni meramente materiali.

Cinzia Notaro