La caratteristica della vita cristiana in un intervento del Patriarca Ecumenico Bartolomeo
Il Patriarca ecumenico, Bartolomeo, ha partecipato di recente ad un incontro “virtuale” dei giovani, organizzato su internet dal Monastero Patriarcale di Crysopigi a Chania (Creta). Nel suo intervento, il Patriarca dopo aver stigmatizzato quanto la pandemia abbia potuto influire sui rapporti interumani, ha ribadito con estrema chiarezza quale sia il compito dei Cristiani nella società.
Pubblichiamo per i nostri lettori uno stralcio del suo prezioso intervento.
“Grande è la gioia del vostro Patriarca, che oggi ha l’opportunità di rivolgersi ai giovani di tutto il mondo, che partecipano a questo Raduno sotto gli auspici del Santo Monastero di Chrysopigi. Il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa (Creta, 2016) ha definito i giovani “un’espressione attiva filotea e filantropica della vita della Chiesa nel presente” (vedi Enciclica, § 8). È certo che se la nuova generazione viene avvicinata con amore e comprensione, risponde con entusiasmo e interesse genuino e partecipa in modo creativo a molte iniziative e azioni utili.
Sapete tutti che la tradizione dell’Ortodossia è un tesoro molto prezioso e ricco di valori vitali per l’uomo e il mondo. Chi rispetta questa eredità vitale non può essere accecato dal problema dell’alienazione e allontanamento dell’uomo dall’uomo, e dalla “cattiva alterazione” del rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale, con la sua “casa”. Con questo spirito, la nostra lotta è condotta nella Chiesa, che è il luogo e il modo della nuova vita in Cristo. Quando viene celebrata la Divina Liturgia, i cieli si aprono, tutto è pieno di luce, gioia e allegrezza, tutto è inondato di risurrezione, sentiamo che “la nostra patria è nei cieli ” (Fil 3:20).
L’Eucaristia è un assaggio del Regno degli ultimi tempi, che, come ha scritto il beato P. Alexander Smemann, è “pieno di vita, pieno di gioia, pieno di conoscenza” (A. Schmemann, I Believe, Athens 1998, p. 129). Caratteristica della vita cristiana è la gioia e il ringraziamento a Dio per la “grazia veniente”, per il “regno che viene”, per la “presenza eterna” di Cristo nelle nostre vite. Apparteniamo a Cristo, siamo membra del suo Corpo. “Ο εν Θεώ ων, αεί χαίρει”, “Chi è unito a Dio, gioisce in eterno” nota l’eroico e martire predecessore della Mia mediocrità sul trono apostolico di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo (PG 62, 283) “.
La vita di preghiera è gioia, l’esperienza liturgica, la libertà di rinunciare al “diritto individuale” in favore del prossimo, il ministero, la speranza dell’eternità. Una fonte di speciale gioia spirituale è l’illuminata ascesi. L’autentico ascetismo cristiano differisce da qualsiasi forma di atteggiamento dualistico, che rifiuta la cultura e il mondo in nome di un’interiorità quale autentica spiritualità. La spiritualità cristiana non è secolare, ma eucaristica e doxologica. Non vive del rifiuto del mondo, ma della trascendenza della mente secolare. La vita del credente ortodosso “si muove tra (ασκήσεως και ευχαριστίας) pratica e rendimento di grazie”. Tutto è un dono della grazia di Dio. La Grazia Divina, invece, salva i “volontari”, chiamati a combattere la buona battaglia, “compiendo ed eseguendo i diritti di Cristo”.
Come è scritto in modo molto accurato, “il cristiano ha accettato molto -” tutto “- e darà molto -” tutto a tutti “. Non c’è assoluzione, nessun alibi è comprovato, l’esclusività e il “complesso di Giona” non sono giustificati. L’ “opera del ministero” (Efesini 4:12) è la testimonianza pratica della forza della libertà, “Cristo ci ha liberati” (Galati 5: 1). Questa spiritualità diaconale è oggi una proposta di vita alternativa all’individualismo moderno e alla diffusa eudemonia. Dà risposte alle ricerche esistenziali dei giovani, dona conforto, gioia e speranza. “Da essa emanano sempre forze creative, che aprono strade anche dove sembra di essere di fronte a un vicolo cieco”.