La Chiesa di Grecia onora i martiri dell’Asia Minore caduti nel 1922

Soltanto cento anni fa, in questi giorni, le potenze occidentali consentivano alle truppe kemaliste turche lo sradicamento della presenza ellenica in Asia Minore con le più nefande atrocità, mentre la città di Smirne veniva data alle fiamme.

Questa tragica storia di pulizia etnica non è molto sentita in Italia, basterebbe dare un’occhiata alle pagine bianche riservate sui libri di scuola e ciò nonostante la presenza di oltre settemila italiani che, alla fine, dovettero abbandonare le proprie fiorenti attività imprenditoriali e tornare in Patria.

Così ovviamente non è per la Grecia dove, quest’anno più che mai, questi tragici eventi sono ricordati. Nel Comune di Nea Smirne, creato dai profughi di quegli eventi, oggi 11 settembre 2022, Domenica prima della solennità dell’Esaltazione della Santa e Vivificante Croce, dopo il mattutino è stata celebrata una divina Liturgia presieduta da S.E. Metropolita di Syros Dorotheos durante la quale l’omelia a segnato il passo alla lettura dell’Enciclica sinodale, avente a tema il “Compimento di cento anni dalla catastrofe dell’Asia Minore”.

La Chiesa di Grecia, con questo documento che pubblichiamo per i nostri lettori, ha onorato i santi martiri, vescovi e clero, che incontrarono il martirio in Asia Minore e nel Ponto durante le persecuzioni dei greci.

Amati figli nel Signore,

nella domenica precedente l’Esaltazione della Santa e vivificante Croce e nel suo clima di crocifissione-resurrezione, la Chiesa di Grecia ha incaricato di onorare i Santi Martiri, Gerarchi e altro clero, che hanno incontrato la morte nel martirio in Asia Minore e nel Ponto durante la persecuzione dei residenti greci. Il conferimento del dovuto onore alla loro memoria coincide quest’anno con il centenario della catastrofe dell’Asia Minore del 1922.

Pertanto, per tutti noi, questa giornata diventa un’occasione di contemplazione, riflessione e valutazione creativa, poiché siamo chiamati a imparare dall’atteggiamento coraggioso dei Santi Martiri, per mettere in luce la cultura greco-ortodossa dell’Asia Minore, del Ponto e della Tracia orientale e ammirare la volontà di progresso e di ricostruzione, che i profughi del 1922-1924 manifestarono al loro arrivo in Grecia.

Oggi onoriamo prima di tutto il santo etno-martire Crisostomo di Smirne, che servì la Chiesa e la Nazione con devozione e sacrificio di sé, inizialmente come metropolita di Drammas e Zychnon e poi come metropolita di Smirne. Spesso gli venne suggerito di scappare, ma la sua risposta costante fu: “il mio posto è vicino al mio gregge”. Rimase così fino alla fine nel luogo del dovere e del martirio per sostenere il suo gregge, apparendo “fedele fino alla morte”, come Dio consiglia l’angelo (vescovo) della Chiesa di Smirne nell’Apocalisse di Giovanni (2,10). Alla fine fu massacrato dalla furia della folla turca e i suoi resti mortali non furono mai trovati.

Inoltre, onoriamo le figure santificate e martirizzate dei Metropoliti di Iconio Procopio, Ambrosios di Moschonis e Gregorio di Kydonios. Oggi onoriamo i santi martiri della guerra del Ponto, come il vescovo di Zelon Euthymios e l’archimandrita Platon Aivazides. Onoriamo l’archimandrita Iakovos Arkhandzikakis, calpestato e crocifisso dai suoi persecutori a Voutza, un sobborgo di Smirne. Cinquecento e più sacerdoti greco-ortodossi furono martirizzati per la Fede e la Patria nella terra insanguinata dell’Asia Minore e del Ponto.

Allo stesso tempo, evidenziamo e proiettiamo la memoria storica e la verità che libera. In modo che le giovani generazioni sappiano che per molti secoli l’Asia Minore più ampia, dall’Egeo all’Eufrate e dal Mar Nero al Mar di Cilicia, è stata la culla della cultura greca e della tradizione cristiana ortodossa. Ricordiamo gli antichi filosofi greci, i viaggi dell’apostolo Paolo in Asia Minore, i sinodi ecumenici, i santi che vi vissero, insegnarono o addirittura testimoniarono con il loro martirio, i padri della Cappadocia, gli imperi di Nicea e di Trebisonda e le scuole greche del XIX e 18° secolo a Smirne e in altre città.

È certamente scioccante il genocidio dell’ellenismo in Oriente, iniziato nel 1914 e terminato nel 1923. Non fu una risposta dei turchi allo sbarco dell’esercito greco del 2 maggio 1919. Fu un genocidio pre-programmato da i neo-turchi per ripulire l’area dell’Impero ottomano dalle comunità cristiane e principalmente dai greci e dagli armeni.

Sono davvero numerosi i Greci che furono sradicati dalle terre sacre e ancestrali del nostro Oriente. Tuttavia, non si sono mai disperati. Speravano e lavoravano per un nuovo inizio e un futuro migliore con fede in Dio e ci sono riusciti. Traiamo lezioni dalla pietà cristiana, dall’operosità e dallo spirito di rinascita, che sono stati dimostrati dai nostri fratelli greci ortodossi, che sono venuti come profughi da tutte le parti dell’Asia Minore, del Ponto e della Tracia orientale. Li onoriamo perché hanno contribuito in modo creativo alla formazione della nuova società greca. Li ringraziamo perché hanno portato con sé reliquie di Santi, come San Giovanni il Russo in Neo Prokopio d’Eubea, e icone sacre miracolose, come la Panagia Soumelà, diffondendo “l’odore della fragranza spirituale” nella madrepatria.

Ricordiamo gli eventi senza vendetta, senza fanatismo. Insegniamo la Storia affinché nessun genocidio si ripeta. Parliamo ai nostri figli delle conseguenze della divisione e della discordia, preghiamo e lavoriamo affinché ci sia armonia nazionale.

In questo anniversario invochiamo l’intercessione dei Santi dell’Asia Minore, da San Policarpo di Smirne nel II secolo a San Crisostomo di Smirne. Ci inchiniamo con riverenza alla sacra memoria dei nostri padri e madri, che furono uccisi o costretti a prendere la via da profughi durante il genocidio ellenico.

Possa la memoria dei nostri centinaia di migliaia di antenati assassinati e sfollati, ignorati e sradicati essere eterna. Il Signore Iddio dia riposo alle anime dei nostri soldati, caduti eroicamente combattendo durante la Campagna di Asia Minore del 1919-1922″.

Con benedizione paterna e amore.

† Ieronimos di Atene, Presidente e membri del Santo Sinodo Permanente

Paolo Scagliarini