La disciplina della parola
“Dalla Parola del Signore furono fatti i Cieli, dal Soffio della Sua bocca ogni loro schiera” – Salmo 33,6;
“Si indagherà infatti sui propositi dell’empio, il Suono delle sue parole giungerà fino al Signore a condanna delle sue iniquità; poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa, perfino il sussurro delle mormorazioni non gli resta segreto. Guardatevi pertanto da un vano mormorare, preservate la lingua dalla maldicenza, perché neppure una parola segreta sarà senza effetto, una bocca menzognera uccide l’anima”. – Sapienza 1, 9 – 11;
” Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena le labbra è prudente”. – Proverbi 10,19;
” Vi è chi parla senza riflettere: trafigge come una spada; ma la lingua dei saggi risana”. – Proverbi 12,18;
” Chi sorveglia la sua bocca conserva la vita, chi apre troppo le labbra incontra la rovina”.- Proverbi 13,3;
” Una risposta gentile calma la collera, una parola pungente eccita l’ira” –
Proverbi 15,1;
” Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”.- Matteo 5,37.
Tutte queste citazioni delle Scritture, sia pur con qualche sfumatura, coincidono con ciò che affermano alcune dottrine metafisiche orientali: il KAN ING di Lao-Tse; la MIMANSA, il quinto darshana, o punto di vista, della metafisica dell’ India.
Tutto ciò che l’uomo pensa e manifesta con la parola e l’azione, oltre a produrre alcuni effetti visibili e materiali, non si esaurisce in questi, ma si estende al di là del tempo e dello spazio, dove si incontra con la massa dell’Energia del Cosmo, per poi ricaricarsi in senso positivo o negativo, a secondo delle qualità di partenza, sia del pensiero, che della parola e dell’azione, per poi ritornare in capo del soggetto o dei suoi discendenti, se egli non è più su questa terra.
Per brevità di spazio e anche per la complessità del tema, mi preme svolgere alcune considerazioni solo sul potere della Parola e della conseguente sua necessaria disciplina.
Sul piano dell’esperienza ordinaria, non è difficile notare come una parola buona e gentile verso il prossimo possa trasferire un senso di piacere e di edificazione morale, mentre al contrario, una parola cattiva e offensiva possa cagionare anche dei danni notevoli in chi la recepisce.
La parola pungente può uccidere più di una spada, specialmente nei riguardi di persone miti e sensibili.
Anche il vano chiacchierare su questo e su quello, lo sparlare e la critica malevola, produce danni sul piano spirituale, morale e anche fisico, purtroppo non avvertibili dalla massa della gente abituata alla distrazione e alla superficialità; come pure, producono danni notevoli sulla psiche e sullo Spirito, le notizie infauste di crimini e di nefandezze dei telegiornali, le parole stupide di tante trasmissioni televisive e di films, i vaniloqui di tanti personaggi pubblici e dello spettacolo…
Si dimentica con troppa facilità, anche a causa della mancanza di una vera educazione spirituale, tipica dei tempi attuali, anche in persone che hanno studiato e conseguito una e più lauree, che la nostra cultura occidentale, che ormai si trova in uno stato di estrema decadenza, ha comunque le sue radici nel mondo classico greco-romano e nel Cristianesimo.
Se si considera ad esempio la prisca romanità, in essa la “Parola data” aveva un valore sacro! E possedeva un carattere assoluto e pregnante più forte di un trattato o di un contratto scritto; ciò era una conseguenza del così detto “Mos Maiorum”, il costume degli antichi, che stabiliva in modo severo il giusto comportamento del civis romanus, tra cui spiccava la disciplina della parola.
Se inoltre si considera la nostra Tradizione Cristiana, un elemento fondante lo si rinviene nelle Sacre Scritture, nel Genesi in particolare, Dio crea con la Parola tutta la Creazione, e l’uomo viene fatto ad Immagine e Somiglianza di Dio, grazie al “Soffio” di Lui.
Ma anche Adamo, la prima umanità, possedeva la “Parola creatrice”, il così detto linguaggio perduto; difatti Dio conduce Adamo dagli animali affinché desse loro il loro “Nome” e cioè la loro identità attraverso l’imposizione della sua Parola (cfr. Genesi 2,19-20).
Val bene ricordare, inoltre, l’inizio del Vangelo di Giovanni, che afferma: “In Principio erat Verbum”, nel Principio, cioè prima del tempo e dello spazio, nell’Eternità esisteva solo la Parola di Dio, il Suono primordiale metafisico, da cui sono derivati tutti gli altri Esseri sonori, il Verbo increato, Cristo Pantocrator.
Questa Parola sovrasensibile, da cui deriva tutta la Creazione, nel processo della manifestazione diventa in seguito ” carne”, cioè Esseri visibili, tra cui l’uomo.
La “Parola” che diviene visibile e materiale, produce oltre i corpi, le sottili vibrazioni dei minerali, degli alberi e delle piante, la loro voce, l’urlo degli animali e il linguaggio articolato dell’uomo.
In conclusione, quando l’uomo usa il suo linguaggio, deve ricordarsi dell’origine divina della Parola e quindi porre estrema attenzione quando parla, così come dice S. Paolo: “nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano… scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo”. – Efesini 4,29-32.
Antonio Bosna