La paura. Un’arma a doppio taglio
La paura, un’arma a doppio taglio. Se da una parte infonde una certa sicurezza offrendo rifugio in situazioni di pericolo, dall’altra crea dipendenza in quanto non conferma il superamento delle difficoltà che si sono presentate. Abbiamo intervistato la dott.ssa Sarah Viola medico psichiatra e psicoterapeuta, già Giudice Onorario presso il Tribunale di Brescia.
Quale il ruolo della paura nella propaganda massmediale al fine del “lavaggio del cervello”?
Il ruolo della paura è fondamentale. Lavorando sulla paura si ottiene attenzione, ascolto, consenso e si toglie, sempre, la libertà di pensiero. Non solo. La paura è un fondamentale indice di audience. Tutte le trasmissioni, i notiziari, i mezzi di stampa e i social che agiscono eccitando o evocando la paura ottengono, oggi, elevati indici di ascolto.
Come difenderci da queste strategie messe in atto per il controllo delle masse?
La capacità critica e di giudizio, l’allenamento al gusto, l’esercizio del senso dell’altro. L’abitudine al rispetto. Insegnando queste attitudini e spiegando l’importanza dell’esercizio di queste facoltà, le generazioni adulte potranno mostrare a quelle più giovani come difendersi dalla ricerca costante della paura.
Una sorta di violenza psichica, oggi molto sottovalutata?
Troppo sottovalutata, anche perché non tutti sanno che la paura genera rabbia, auto ed eterodiretta. Non solo. La paura crea assuefazione. Ciò vuol dire che rende necessaria la ricerca di livelli di paura sempre crescenti per poter ottenere l’effetto emotivo al quale si sente di volersi esporre.
Cosa succede al nostro corpo quando siamo assaliti dalla paura?
Quando si ha paura viene prodotta una serie di sostanze chiamate catecolamine che, se prodotte in eccesso, provocano una serie di reazioni violente (aumento della motilità viscerale e sfinterica, tachicardia, polipnea, sudorazione, tremore, fino ad uno stato di angoscia), ma se prodotte in misura limitata risultano anche eccitanti, è quanto succede, per esempio, durante il gioco d’azzardo, quando il giocatore non si avvicina alla macchinetta o al gratta e vinci per vincere ma per provare il brivido legato alla produzione di catecolamine.
Tuttavia la paura è importante per la sopravvivenza, rivelandosi nostra amica, vero?
La paura ci difende dal pericolo e una certa quota di catecolamine è necessaria per metterci in salvo in caso di necessità. L’assenza di paura, in certe circostanze, diventa incoscienza e ci espone a pericoli che possono risultare anche fatali.
Quali le principali paure di cui si soffre?
La paura regina è quella della morte, poi c’è la malattia, la vecchiaia. Forse, però, la paura più diffusa è quella dell’ignoto, dell’incerto, dello sconosciuto, del nuovo e, oggi, più in generale, del futuro.
Come affrontarle?
La paura va accettata, ed integrata, con le altre esperienze esistenziali. Ciascuno di noi ha la propria o le proprie paure archetipiche. Affrontarle e superarle fa sentire molto più forti, molto più competenti. Scappare, ti dà l’illusione di metterti in salvo ma lascia con te una sensazione di fragilità e d’ incompetenza che non farà che aumentare la paura. E’ coraggioso chi ha paura e la affronta. E’ incosciente chi non ha paura.
La superstizione, la lettura dell’oroscopo, la scaramanzia si nutrono anch’essi della paura “patologica” di chi vi ricorre?
Tutte le superstizioni sono figlie della paura. Il mondo dei maghi e delle fattucchiere si nutre della paura che crea disperazione e credulità.
Come mai si arriva ad avere paure irrazionali?
Le paure sono quasi sempre irrazionali e sono la costruzione che l’inconscio ci mette a disposizione per illuderci di poter gestire la paura, di poterla, in qualche modo, controllare, producendola laddove non serve. Le paure irrazionali, spesso, nascondono il desiderio di ciò che temiamo. Per esempio, la paura di morire, invadente, pervicace, spesso nasconde un desiderio inconscio di non vivere, poiché la vera paura è verso la vita. La paura di non trovare mai l’amore, nasconde, infondo, il desiderio di rimanere da soli.
La spiritualità, la preghiera quanto incidono sulla salute mentale e nel vincere le paure che limitano la nostra libertà?
La dimensione spirituale è fondamentale. La capacità di affidarsi, di lasciarsi andare a qualcuno a qualcosa di Superiore a noi rivela un atteggiamento di profonda fiducia nella vita. La sola strada per essere davvero forti di fronte alla paura.
In quale dei suoi libri è trattato il tema della paura?
In parte nel “Manuale per i padri di oggi”, perché non possiamo nascondere che il ruolo del padre abbia un valore fondamentale nello sviluppo di una posizione di affidamento sicuro verso i pericoli del mondo.
Cinzia Notaro