La terapia spirituale che si prende cura dell’anima

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Haghioterapia. Prendersi cura delle sofferenze profonde”, edizioni Albatros, un saggio di Maria Pia Di Biase, avvocatessa cofondatrice dello studio legale Amendolito&Associati di Bari. Si è specializzata in “terapia spirituale” frequentando la Scuola Internazionale di Zagabria, dopo aver conseguito la laurea in Scienze Religiose presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma. Dal 2013 è haghioassistente per mandato ricevuto dal Prof. Mons. Tomislav Ivancic (fondatore del metodo denominato “Haghioterapia“), nonché responsabile del C.A.S (Centro di Aiuto Spirituale-medicina antropologica e haghioterapia) di Bari e Roma.

Le abbiamo posto alcune domande per comprendere meglio di cosa si tratta.

Come e dove nasce l’Haghioterapia?

Haghioterapia etimologicamente vuol dire “terapia santa”, perché si prende cura della parte più preziosa dell’uomo, la sua interiorità, la sua dimensione spirituale che può essere ferita. Nasce a Zagabria nel 1990 ed è il nome dato dal suo Fondatore, il teologo croato Tomislav Ivancic, al metodo filosofico-teologico di aiuto spirituale per il sostegno e il rinnovamento della persona e per la cura delle sofferenze spirituali che impediscono alla stessa di realizzarsi pienamente e consapevolmente.

A chi si rivolge?

L’haghioterapia ha origine all’interno della Chiesa, come carisma della Comunità “Preghiera e Parola”, fondata dallo stesso Prof. Mons. Tomislav Ivancic, ma è rivolta ad ogni uomo sia credente che non credente, perché in quanto uomo sperimenta la sofferenza morale nel corso della propria esistenza facendo esperienza di incomprensione, delusione, solitudine, rifiuto, lutto, malattia, abbandono, difficoltà nelle relazioni, mancanza di perdono o incapacità di perdonare, sensi di colpa ecc… situazioni che portano tristezza, inquietudine, rabbia, scoraggiamento, paura, aggressività, angoscia, dipendenze di vario genere, smarrimento, scoraggiamento, vuoto esistenziale, mancanza di senso, depressione. E non vi è persona che sia immune da tale sofferenza. L’uomo percepisce che la sofferenza morale è una sofferenza profonda, che non riguarda la sfera fisica o psichica, ma che lo coinvolge nel profondo della sua anima… per semplificare il suo cuore è spezzato e questa è la “sofferenza dell’anima” così definita da Giovanni Paolo II nella lettera apostolica “Salvifici doloris”, poiché ha a che fare con “la sua trascendenza”. È una terapia “spirituale” da non confondersi con “religiosa”, perché la vita spirituale è la vita di ogni uomo, credente e non, dell’uomo che vive, che progetta la propria vita, che ama, soffre. Allora ricercare l’anima spirituale significa rispondere alla domanda: “Chi è l’uomo”? L’uomo non è solo un corpo o una psiche ma molto di più…

Quanto è importante la consapevolezza dei propri problemi per un buon successo della terapia?

Il percorso nasce dalla consapevolezza di poter e voler migliorare la propria esistenza e dal desiderio di voler passare, come si legge sulla copertina del libro, “Da un’esistenza grigia ad una vita gioiosa lasciandosi alle spalle scoraggiamento, tristezza, inquietudine, paura, insoddisfazione, rancore, vuoto interiore, relazioni ferite” prendendosi cura della propria interiorità rimarginando le ferite profonde che sono di ostacolo alla realizzazione di una vita in pienezza. L’haghioterapia inoltre si occupa anche dell’evoluzione e rinnovamento della persona per portarla ad acquisire consapevolezza della propria originalità, unicità, del proprio valore, della propria missione, al fine di riscoprire le proprie capacità, moltiplicare i propri talenti e tirare fuori il meglio disé per vivere una vita gioiosa.

In che modo aiuta a guarire interiormente?

Attraverso una comprensione antropologica di sè stessi e di come il dolore e la sofferenza operino nella sfera non solo fisica e psichica, ma anche spirituale della persona. Le vie, come percorsi terapeutici, sono essenzialmente la via cognitiva o via sapientialis, la via assiologica o via moralis e la via antropologico-teologica che passa attraverso 5 sottovie: carità, fiducia, riconciliazione, liberazione, grazia. Prezioso strumento utilizzato è anche la meditazione cristiana, che però non vuol dire che non sia rivolta anche ai non credenti per i quali si valorizza un linguaggio filosofico, piuttosto che teologico.

Si propone di far conseguire un benessere psico-fisico, spirituale e mentale?

Si propone di curare le radici dell’albero, il fondamento della propria esistenza, l’essere, perché se le radici sono sane tutto l’albero sarà sano. D’altra parte “agere sequitur esse”, l’agire segue l’essere, ed è per questo che quando viene curata l’interiorità della persona, tutta la persona ne trae beneficio essendo un’unità psico-fisico-spirituale.

È determinante l’approccio filosofico e teologico nel percorso di guarigione?

Certamente. L’haghioterapia è una riflessione filosofica e teologica, che cerca di rispondere alla domanda “Chi è l’uomo? ” e su cosa fonda la propria esistenza, basata sull’antropologia cristiana, in quanto l’uomo, (sappia o non lo sappia), è fatto ad immagine e somiglianza del Creatore e realizza la propria esistenza in pienezza quando torna a quell’immagine. Ma ciò non vuol dire che sia un percorso rivolto solo ai cristiani, perché per i non credenti viene valorizzato il linguaggio filosofico, ponendo sempre alla base la visione secondo cui l’uomo si realizza nel bene, che nel male distrugge la propria esistenza e che il suo desiderio più profondo è il bene. Riscoprire l’anima spirituale, di essere al vertice del creato, porta la persona ad aprirsi alle infinite possibilità che ha di evolversi e realizzarsi. Così l’uomo si riapre alla speranza, al coraggio, all’entusiasmo e in molti casi ad un avvicinamento alla fede…

È una terapia di gruppo o individuale?

È un percorso basato su incontri individuali (micro-terapia) o di gruppo (macro-terapia) per comprendere le ferite spirituali attraverso una riflessione filosofica, nonché teologica dell’essere umano.

Come si svolge?

Soffermandosi essenzialmente su: la sofferenza esistenziale presente in ogni uomo ricollegandosi agli interrogativi esistenziali: “Chi sono? Da dove vengo? Perché sono nel mondo? Che senso ha la mia vita?”. Essi scaturiscono dalla sorgente stessa dell’essere; la sofferenza di base legata all’incapacità di credere e di avere fiducia in sé e negli altri e poiché la fiducia deriva dall’amore, la persona che si sente amata ha fiducia, perché ogni uomo ha bisogno di sapere di essere amato. La persona che non si è sentita amata, soprattutto nella prima fase della propria vita, si mostrerà piena di paure, aggressiva, depressa, con sensi di colpa… La persona molto ferita non vedrà il bene attorno a sé e sarà ripiegata su se stessa, si chiuderà alla speranza, si sentirà sempre minacciata dalla vita e dagli altri e vivrà ogni piccola situazione con frustrazione, preoccupazione, ansia, paura, a volte angoscia; le sofferenze della vita intera causate da eventi particolari e da relazioni interpersonali. Quotidianamente si ricevono, infatti, delle ferite e si arrecano delle ferite agli altri, ma in presenza delle prime due sofferenze la situazione si aggrava, in quanto le ferite si percepiscono in maniera più profonda. In tal caso ogni parola di amici, colleghi, ogni situazione può essere motivo di delusione o frustrazione.

Quanto sono importanti la preghiera, la crescita spirituale e la conversione per raggiungere i fini prefissi?

Certamente la preghiera è una grande risorsa terapeutica, però è uno strumento che viene proposto ai credenti, insieme ad un cammino di conversione, mentre la crescita spirituale è uno degli obbiettivi del percorso. Ai non credenti, nella libertà delle proprie scelte, la preghiera non viene proposta tra i mezzi terapeutici, ma solo la visione e l’esperienza che la propria vita si realizza nel bene, e che nel male invece si distrugge ed in particolare che il bene è inscritto nel cuore dell’uomo essendo il suo desiderio più profondo. Questo in maniera molto sintetica.

C’è un limite di tempo entro il quale si stabilisce se la terapia ha avuto successo o si riprova più volte?

Ogni persona è originale per cui ogni percorso è unico. Per l’esperienza personalmente maturata nei Centri di Aiuto Spirituale, posso dire che si può passare da un minimo di tre/quattro incontri che possono esaurirsi nel giro di un paio di mesi, fino alla durata di un anno e anche più …tutto dipende dalla profondità delle ferite, ma soprattutto dalla collaborazione della persona.

Un eventuale insuccesso a cosa potrebbe essere dovuto?

Alla mancanza di autentica decisione di prendersi cura di sé e dalla mancanza di collaborazione della persona che intraprende il percorso.

Gli interessati dove possono trovare questo prezioso aiuto?

Nei CAS (Centri di Aiuto Spirituale) presenti in varie città Italiane (Bari parrocchia di Sant’Antonio; Foggia parrocchia di Gesù e Maria; Trinitapoli parrocchie di S. Stefano e dell’Immacolata; Roma parrocchia di s. Gregorio VII; Genova parrocchia dei diecimila martiri). Ribadisco che l’haghioterapia nasce nella Chiesa, ed è rivolta ad ogni persona, credente o non credente, decisa a prendersi cura di sé stessa perché possa diventare ciò che è chiamata ad essere.

Cinzia Notaro