L’Ascensione al Cielo

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Dal giorno della Resurrezione al giorno dell’Ascensione del Signore Gesù  al Cielo, passano 40 giorni, periodo simbolico che rappresenta il compimento dell’Iniziazione degli Apostoli. Durante questo periodo Gesù insegna cose segrete ai suoi discepoli, cose che non ci sono state trasmesse nei Vangeli, ma che in sintesi vengono racchiusi nel Suo ascendere al Padre.

Penetrando il senso vero del simbolo, l’Ascensione al Cielo potrebbe essere intesa nel modo seguente: “In Principio erat Verbum”, afferma S. Giovanni nel prologo del suo Vangelo.
Il Verbo di Dio è la Sua manifestazione sonora primordiale in cui è racchiusa tutta la Creazione, che corrisponde al mantra AUM o AMEN, come dice nell’Apocalisse il Signore “così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della Creazione di Dio…” (Ap. 3,14).

La Creazione, si potrebbe anche dire la manifestazione del Verbo, si estende in maniera indefinita, ma come i raggi del Sole, man mano che si allontanano dalla loro fonte, si vanno raffreddando, rischiando così di disperdersi nel nulla, così la manifestazione del Suono Primordiale si va sempre più attenuando, trasformando anche la Sua Luce in materia sempre più densa.
Ma la Misericordia di Dio, che non ha alcun limite, non può permettere che nulla vada perduto di tutto ciò che deriva dalla Sua Bontà infinita, per questo riprende tutta la Sua Creazione nel Suo Amore, inviando sulla terra l’incarnazione del Suo Verbo il Signore Gesù. 

Egli accetta la passione e la morte, portando sulla Croce la vecchia umanità ormai spenta e prossima alla morte, e la fa risorgere alla sua condizione primordiale. Dopo, Gesù  ascende al Cielo per indicare che Egli è lo stesso che è disceso dal Cielo, quindi Tutto viene da Dio e Tutto a Dio ritorna.

Antonio Bosna