L’italietta meloniana, un disastro senza precedenti

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Un’ Italia depressa e con piccole ambizioni tanto che ci risulta difficile persino accostarle il termine “Italietta” che fu utilizzato per denigrare il governo Giolitti che caratterizzò la storia politica italiana dal 1901 al 1914. Almeno durante il periodo giolittiano si ebbe un decollo industriale e il coraggio di colonizzare lo spazio libico sottraendolo all’Impero Ottomano.

A distanza di 111 anni i turchi hanno rimesso i piedi il Libia e controllano la base militare al-Watiya,  dove potrebbero essere presenti F-16 turchi e la base navale di Kohms, che risulta essere un centro di addestramento per attività subacquee e ospita unità navali da combattimento tra cui una fregata Classe G.

La Turchia dalla Libia si proietta nel Mediterraneo centrale di fronte alle coste italiane tutelando i suo interessi energetici e geopolitici in contrasto con i nostri.

L’Italia sonnolenta del governo Meloni invece di tutelare gli interessi nazionali e tentare di riacquistare uno spazio per noi strategico come la Libia preferisce depauperare soldi pubblici e risorse militari per finanziare la guerra dell’ Ucraina che non ci porta e non ci porterà nessun beneficio.

Pur avendo una capacità di proiezione delle forze grazie alla nostra Marina che vanta con l’ arrivo della Trieste ben tre portaerei, non riusciamo a imporci nel lago Mediterraneo e il governo utilizza a spese degli italiani le nostre navi militari come un Caronte per traghettare poche decine di migranti nei fortini albanesi senza batter cassa all’UE.

È un compito umiliante e inutile per degli uomini gloriosi destinati a ben altre imprese inoltre codesti migranti vengono puntualmente fatti tornare in Italia per il diniego dei giudici con un aggravio di spese per le finanze pubbliche. E’ evidente che quella soluzione esternalizzata non può essere utilizzata da una grande democrazia come la nostra per evidenti ragioni di rispetto dei diritti umani.

Per le nostre posizioni troppo estreme siamo destinati a rimanere fuori dal dialogo di pace USA – Russia sul conflitto ucraino inoltre ci siamo presentati a Trump come un vassallo remissivo e sottomesso indebolendo sia la nostra posizione che quella unitaria europea che almeno in questa fattispecie sarebbe stato utile mantenere.
E’ un vero disastro della politica internazionale che ci vede messi al margine dello scacchiere geopolitico e che ci condanna al ruolo di servitori a chiamata per interessi altrui.

A coronamento di tutto la Corte Penale Internazionale indaga sull’operato del Governo; una vergogna che ci pone al pari delle peggiori autocrazie.

Per quanto concerne la politica industriale l’attuale Ministro delle Imprese e del Made in Italy sembra più un rottamatore di prodiana memoria che un servitore del popolo dedito alla crescita economica e mentre la nostra economia affonda continua a svendere ogni giorno un pezzo delle nostre industrie strategiche.

In poco tempo è riuscito a svendere le acciaierie di Piombino al gruppo ucraino – olandese Metinvest (strane coincidenze), la Piaggio Aerospace alla turca Baykar del genero del leader turco Erdogan, l’ITA alla Lufhtansa ma l’elenco sarebbe ancora lungo.

Con questo passo ci ritroveremo a breve il Colosseo svenduto all’Arabia Saudita e la Fontana di Trevi in mano a Musk e magari, a nostra insaputa, hanno già destinato la penisola a diventare un grande villaggio turistico per ricchi stranieri pronti a essere serviti da italiani sempre più poveri.

Non pervenute misure concrete di sostegno alle famiglie e alla natalità urlate a gran voce durante il periodo di non governo e mentre i giovani emigrano e stentano a costruirsi una famiglia siamo sempre più destinati per ignavia a diventare un piccolo popolo con una demografia che ci condannerà all’oblio.

Abbiamo un governicchio, con un Ministero degli Esteri annacquato e debole e l’unica forza politica con capacità propulsive è bloccata con delle catene a fredde poltrone inconsistenti da un leader oramai decadente. La Lega nelle personalità di Zaia e Vannacci potrebbe risollevarci da questo torpore facendo quadrato con le vere nuove formazioni partitiche liberando i prigionieri politici che tanto danno fastidio a quella che fu, una volta, la destra.

Per il bene degli italiani si auspica un nuovo corso o un rimpasto e qualora non ci siano segni di ravvedimento bisognerebbe avere il coraggio di ammettere il fallimento e di farsi da parte.

L’Italia non merita questo! Sveglia!

Eugenio Zumpano