L’Uomo e l’Eternità

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L’uomo, e l’uomo moderno in particolare, è una creatura del tempo; del tempo che scorre in avanti senza un attimo di tregua.

Tale è la percezione di quasi tutti i soggetti umani, completamente immersi nella corrente impetuosa del divenire, convinti che questa sia l’unica Vera Realtà. 

Il malcelato senso della precarietà del vivere quotidiano, avvertito da molti come delle sabbie mobili in cui si rischia di sprofondare da un momento all’altro, è la causa primaria di tanta ansia e agitazione che pervade tantissime persone spinte da forze subconsce, a giustificare la frettolosita’ e la superficialità del proprio vivere, perché proteso verso un qualcosa da raggiungere. L’uomo immerso totalmente nel tempo ha quasi paura dell’Eternità, che vede come una specie di mito o di realtà sognata.

Cosa mai egli avrebbe da fare se vivesse in eterno? Il tempo non esisterebbe più, non vi sarebbero obiettivi da raggiungere, si vivrebbe in una condizione di quiete perpetua, e tutto questo non porterebbe alla noia e che senso avrebbe? 

Queste considerazioni pochi le fanno e molti invece, talmente involti nel correre quotidiano, non le pensano affatto.

Certamente il processo di materializzazione della vita umana, già iniziato da vari secoli a questa parte, ha prodotto la concezione tanto diffusa, che l’uomo sia solo un essere temporale; nel tempo egli nasce e si sviluppa e nel tempo vi è la sua fine.

Ma allora perché esiste tanta inquietudine nell’umanita’ attuale? Se la Vera Realtà è solo quella temporale, perché l’uomo non la accetta tranquillamente?

“È tempo di svegliarsi dal sonno… la notte è avanzata, il giorno è vicino” afferma S. Paolo in Romani 13, 11b-13a. 

Stiamo vivendo tempi ultimi, per chi vuol comprendere, il disordine a tutti i livelli aumenta di giorno in giorno, i conflitti negli Stati, nella Chiesa, nelle famiglie, sono ormai realtà stabili e sempre più diffusi e perniciosi. 

Non vi è un sentire comune tra gli uomini, l’individualismo e la incomunicabilità tra i soggetti si diffondono sempre più. 

Ma per chi ancora non si è arreso al sonno della morte interiore, vale quanto dice S.Giovanni Apostolo:

” Quale grande Amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che, quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è” – 1 lettera di Giov.3,1a.2 – Dio è Luce, ma anche l’uomo lo è. ” ..e la Vita era la Luce degli uomini”- Giov. 1,4 –

La Essenza più intima dell’essere umano è: ” Luce-Suono”, di questo si potrebbe fare esperienza, come un lampo nella notte, in uno stato di concentrazione profonda.

Tale concezione non è solo del Cristianesimo,ma anche di tante altre Tradizioni spirituali di tutto il mondo.

Per brevità di spazio, riferisco soltanto ciò che afferma la antica Tradizione del Tibet, secondo la quale l’uomo primordiale era fatto di Luce ” Ja Lus”; inoltre, si tramanda che quando muore un uomo Santo, il suo corpo scompare trasformandosi in un radioso Arcobaleno, visibile anche per i propri parenti.

Si ricordi che per la nostra Tradizione, la prima creazione è quella della Luce: “Dio disse: sia la Luce! E la Luce fu” – Genesi 1,3.

Antonio Bosna