Messaggio di s.e. Polycarpos, Metropolita degli Ortodossi d’Italia, in occasione della Settimana di Preghiera per l’unità cristiana
Diletti fratelli e figli in Cristo, Signore della storia e del cosmo, nell’amore del Padre eterno e dello Spirito Santo buono e vivifico, benedizione, pace, gioia e visita divina. Anche quest’anno di salvezza, rinnoviamo con speranza e fiducia la nostra adesione alle lodevoli iniziative della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, affinché il misericordioso Dio nostro ci conceda “l’unità della fede e la comunione dello Spirito Santo”.
Dalla nostra fede nasce la speranza di rivedere i Cristiani tornare alla piena comunione, nel seno del Corpo divino-umano mistico del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, della “tutta gloriosa, senza né macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” Madre nostra Chiesa. Dal nostro lavoro, instancabile e sostenuto dall’azione del Santo Spirito, scaturisce la fiducia in un futuro di armonia e concordia tra tutti gli uomini di buona volontà, per un mondo giusto, solidale e pacifico.
Durante questa settimana viene offerto alla nostra riflessione il passo della parabola del cosiddetto “Buon Samaritano”, narrata nel Santo Vangelo secondo Luca (10, 25-37). La tradizione patristica vede nella figura del Buon Samaritano, straniero e reietto, la figura di Cristo stesso che, scendendo dal cielo, si china sull’umanità ferita dal nemico e abbandonata a sè stessa, lacerata e corrotta dal peccato, per sanarla con olio e vino, segni sacramentali presenti nella Sua Santa Chiesa. Ma ancora di più noi Cristiani dobbiamo leggere questa parabola come anche un impegno di abbassarsi sulle sofferenze e sulle fatiche dei fratelli, per risollevarli e donare loro nuova vita e speranza, così come Cristo Signore ha fatto e ci esorta.
L’amore vicendevole è quindi il fondamento e la legge della nostra fede: “Amerai il Signore tuo Dio e il prossimo come te stesso” (Lc 10, 27). Non possiamo, infatti, professare la nostra fede senza prima aver creato vincoli di amore, di rispetto, di amicizia e di fratellanza tra noi e tra le nostre Comunità ecclesiastiche. Nella Santa e Divina Liturgia, prima che si celebri il sublime e incruento Sacrificio, ci viene chiesto di scambiarci un abbraccio di pace con queste parole: “Amiamoci gli uni gli altri, affinché in unità possiamo professare la fede”. L’amore reciproco è, quindi, necessario assolutamente e previo ad ogni professione della nostra fede cristiana. Senza l’amore la nostra fede rimarrebbe vuota, una semplice esposizione di sterili dottrine filosofiche. Invece, con l’amore vero ed autentico, riflesso dell’amore di Dio Trino, la nostra fede si infiamma e si illumina, donandoci la vita divina.
L’amore umano viene nutrito ed illuminato dall’Amore divino, in modo quest’ultimo vivifica l’amore umano e lo fa crescere tra gli uomini. L’Apostolo Paolo, nel suo inno all’amore dice: “L’amore è paziente, è benigno l’amore; non è invidioso l’amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor 13, 4-7). Solo l’amore, che vince e perdona, che unisce e cancella le ferite, sarà il fondamento della vera ed autentica comunione fraterna tra i Cristiani, secondo il santo volere di Dio.Affidiamoci, allora, a Cristo Salvatore, il grande Medico delle anime e dei corpi, il Buon Samaritano che può fasciare le ferite della lacerazione tra noi Cristiani, versando per una volta ancora il vino dell’allegrezza e della gioia nei nostri cuori spesso tristi ed ungendo i nostri volti e le nostre mani con l’olio dell’esultanza, e guarirci dai nostri peccati, che uno dei più grandi è quello della divisione. E di conseguenza affidiamoci alla Sua Chiesa, la nostra affettuosa Madre che come dice San Giovanni Crisostomo è l’unico Ospedale che possiede i mezzi terapeutici per sanare ogni infermità fisica e spirituale. Mentre sant’Ambrogio, Vescovo di Milano e grande Padre della Chiesa unita afferma: “Cristo fasciò le ferite versandovi olio e vino. Questo medico è fornito di molti medicamenti, e con essi procura la guarigione. La Sua Parola è un balsamo, un genere di Parola che fascia le ferite, ad un altro le ammorbidisce con l’olio e ad un altro versa sopra loro il vino: Egli tiene strette le ferite quando comanda alquanto severamente, ammorbidisce quando rimette i peccati, pizzica, come fa il vino, quando minaccia con il giudizio” (Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca, 7, 75).
In questo tempo di grazia e di preghiera, allora, lasciamoci guarire da Cristo-Samaritano, il Verbo incarnato proprio per questo scopo, lasciamo che la Sua soave Parola addolcisca le nostre amarezze, convertiamoci all’amore reciproco per essere sempre degni della Sua grande e infinita Misericordia e del Suo immenso Perdono e raccogliamoci nell’abbraccio vicendevole di pace e di gioia fraterna. “La grazia del nostro Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti noi” (cf 2 Cor 13, 13), cari fratelli e sorelle. Amen!
Venezia, Campo dei Greci, Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2024
Con tanto affetto paterno e fraterno in Cristo incarnato,
† Metropolita Polykarpos Stavropoulos
Arcivescovo Ortodosso d’Italia ed Esarca dell’Europa Meridionale
Presidente dell’Assemblea Episcopale Ortodossa d’Italia e Malta