Monaci Basiliani di Grottaferrata: chiamati a testimoniare l’unità della chiesa indivisa

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Quando Dio parla, chiama all’esistenza, e ciascuna vocazione ha in Dio il suo compimento. Ogni creatura umana raggiunge la sua perfezione solo nell’armonia del progetto del suo Creatore. La realizzazione della volontà di Dio è la chiave che ci apre la porta verso la gioia piena.

A circa 20 Km da Roma, sorge il Monastero Greco Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, un vetusto monastero cattolico di Rito Bizantino-Greco fondato nel 1004, cinquanta anni prima della separazione tra la Chiesa Cattolica ed Ortodossa. Questo Monastero è direttamente dipendente dalla Santa Sede ed è stato fondato dal monaco San Nilo col suo discepolo San Bartolomeo ed un gruppo di sessanta monaci Bizantini, quando il cristianesimo era unito. La tradizione dice che la Beatissima Madre di Dio apparve in questo luogo chiedendo ai monaci di erigere un santuario a lei dedicato, da cui avrebbe elargito le sue grazie.

Nel 1054 Bisanzio (Costantinopoli) e quasi tutte le chiese da essa dipendenti si separarono dalla Chiesa di Roma, assumendo il nome di ‘Chiesa Ortodossa’, ma questa comunità monastica è sempre rimasta in piena comunione con la Chiesa di Roma, pur conservando gelosamente il rito bizantino e le tradizioni orientali fino ad oggi. I Monaci Basiliani di questa Abbazia, costituiscono un Ordine monastico orientale e tuttavia cattolico. Vivono pienamente la tradizione bizantina, con tutte le sue caratteristiche: dalla Liturgia agli abiti monastici, dalla spiritualità alla formazione culturale; caratteristiche – ininterrotte nel tempo – che li accomunano ai fratelli ortodossi. Per questa antica storia non sono una comunità uniata – termine riservato alle comunità che avevano rotto la loro comunione con la Sede Apostolica di Roma e poi l’hanno ristabilita, ed hanno come particolare missione nella Chiesa l’ecumenismo: realizzare l’ardente preghiera di Gesù al Padre nell’ultima Cena: “Affinché siano tutti una cosa sola” (Gv 17,21). In questa dimensione il rito Bizantino aiuta gli Ortodossi  ad avvicinarsi alla Chiesa Cattolica, e i fedeli cattolici di rito romano ad approcciarsi con più facilità al cristianesimo orientale.

            La vita monastica testimonia e richiama l’Unità della Chiesa indivisa e dimostra come non ci siano contraddizioni tra l’essere autenticamente orientali ed essere cattolici, in quanto questa dimensione risale agli inizi del cristianesimo. Possiamo perciò parlare di una duplice chiamata: chiamati a seguire radicalmente il Signore e chiamati a testimoniare l’unità della Chiesa indivisa. La Santa Sede inoltre, nella figura della Congregazione per le Chiese Orientali, salvaguarda, assiste e protegge i cattolici di rito orientale, in modo da garantire loro la perfetta incolumità ed integrità delle Tradizioni. Per le caratteristiche del Monastero i monaci brasiliani costituiscono un Unicum assoluto nel mondo e portano questa caratteristica e dimensione in tutti i luoghi ove siano e si rechino.

Nel Monastero possono diventare monaci Basiliani uomini provenienti da qualsiasi rito (romano, orientale). Infatti l’importante è la disponibilità al cambiamento di stile di vita, al cambiamento del cuore, alla vita comunitaria e al naturalizzarsi nella tradizione Bizantina.

La vita, in quanto monastica, è dedita alla contemplazione ed alla liturgia, nella continua ricerca dell’intimità con Dio, ed include attività quali: Biblioteca monastica aperta al pubblico, pubblicazione di periodici e libri, centro del restauro dei libri antichi, insegnamento nel Liceo Classico del Monastero, museo monastico, coltivazione della terra.

Il cenobio collabora concretamente all’opera svolta dalla Chiesa nella ricerca dell’Unità alle iniziative di dialogo e di servizio di carità. I monaci brasiliani contribuiscono al dialogo tra le Chiese sorelle innanzitutto con l’impegno quotidiano nella conversione, nella penitenza, nell’ascesi, nella preghiera ininterrotta, e, desiderando con tutto il cuore realizzare la pienezza della vocazione battesimale, invocano incessantemente dallo Spirito il dono dell’Unità delle sante Chiese di Dio.

In tale dimensione di richiamo, testimonianza e di servizio dell’unità cristiana, il Monastero della Madre di Dio di Grottaferrata rappresenta un centro d’incontro del dialogo ecumenico tra Oriente ed Occidente. Per l’esito di questo scopo i monaci non cessano di invocare l’illuminazione dello Spirito Santo e la particolare intercessione della Tutta Santa Madre di Dio Odigitria.

L’Unione dei Cristiani è un desiderio da conservare sempre vivo ed una preghiera da alimentare costantemente. Tutti i cristiani sono chiamati a ripristinare la piena comunione dei fedeli in Cristo “una volta per tutte” (Gd 3).

La nostra vita e la nostra testimonianza si impone come una evidente sfida contro le divisioni tra i cristiani. Puntiamo con tutte le nostre forze alla realizzazione dell’Unità delle Chiese, certi che, in quanto desiderio e volontà di Dio, si realizzerà.

P. Bessarione C.