Omelia Catechetica di Bartolomeo I – Patriarca Ecumenico per la Santa e Grande Quaresima 2020

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Offriamo inni di ringraziamento al Dio dell’amore mentre entriamo ancora una volta nella Santa e nella Grande Quaresima, l’arena della lotta ascetica, del digiuno e dell’astinenza, della vigilanza e della consapevolezza spirituale, della protezione dei nostri sensi e della preghiera, dell’umiltà e della conoscenza di noi stessi. Stiamo iniziando un nuovo e benedetto pellegrinaggio verso la Santa Pasqua, che “ha aperto per noi le porte del paradiso”. Nella Chiesa e come Chiesa, mentre contempliamo il Signore della gloria risorto, camminiamo tutti insieme lungo la via della deificazione per grazia che conduce ai beni celesti “preparati da Dio per coloro che Lo amano” (1 Cor. 2: 9) .

Nella Chiesa, dove si realizza “l’eterno mistero” della Divina Economia, tutte le cose hanno il loro incrollabile fondamento teologico e puro riferimento soteriologico. L’incarnazione di Dio e la deificazione dell’uomo sono i pilastri della fede ortodossa. Muoviamo verso la nostra destinazione eterna nell’amore di Cristo. Il nostro Dio, che è “sempre per noi”, non è un “potere superiore” racchiuso nella trascendenza e nella grandiosità dell’onnipotenza o della sua santità, ma la pre-eterna Parola di Dio, che “ha assunto la nostra forma”, per invitare l’umanità alla comunione della Sua santità, alla vera libertà. L’uomo, fin dall’inizio “onorato con la libertà”, è invitato ad accettare liberamente questo dono divino. Nel mistero teantropico della salvezza, la sinergia dell’uomo è anche testimonianza nel mondo della benedizione gratuita che abbiamo sperimentato: “che cosa hai che non hai ricevuto?” (1 Cor.4: 7) – attraverso l’amore per il “fratello”.

La Santa e Grande Quaresima è per eccellenza un periodo di esperienza di questa libertà donata da Cristo. Il digiuno e l’ascesi non sono una disciplina imposta esternamente, ma sono un volontario rispetto della pratica ecclesiastica, l’obbedienza alla Tradizione della Chiesa che non è lettera sterile ma presenza viva e vivificante, espressione permanente dell’unità, santità, cattolicità e apostolicità della chiesa. Il linguaggio della teologia e dell’innografia parla di “tristezza gioiosa” e di “primavera del digiuno”. Questo perché l’autentico ascetismo è sempre gioioso, generoso e luminoso. Non conosce dualismo o divisione; non mina la vita o il mondo. L'”ascesi depressiva” che conduce a una “aridità della natura umana” non ha nulla a che fare con lo spirito dell’ortodossia, dove la vita ascetica e la spiritualità sono alimentate dalla gioia risurrezionale. In questo senso, il digiuno e l’ascesi contengono una proposta alternativa di vita di fronte al promesso falso paradiso dell’eudemonismo e al pessimismo nichilista.

Un altro elemento essenziale della spiritualità ascetica ortodossa è il suo carattere sociale. Il Dio della nostra fede è “il Dio più sociale”, “Dio delle relazioni”. È stato giustamente affermato che la Santissima Trinità è “la negazione della solitudine”. L’individualizzazione della salvezza e della pietà, la trasformazione dell’ascesi in una realizzazione individuale, trascura l’essenza centrata sulla Trinità dell’evento ecclesiale. Quando digiuniamo per noi stessi e secondo il nostro capriccio, allora il digiuno non esprime lo spirito della tradizione ortodossa. La spiritualità è la presenza vitale dello Spirito Santo, che è sempre “uno spirito di comunione”. La vera vita spirituale ortodossa si riferisce sempre alla dimensione ecclesiale della nostra esistenza e non a qualche “autorealizzazione spirituale”.

Aderendo alla dedizione di quest’anno da parte della Santa Grande Chiesa di Cristo al “rinnovamento pastorale e alla dovuta preoccupazione per la nostra gioventù”, invitiamo i nostri giovani uomini e donne ortodossi a partecipare alla lotta spirituale della Grande Quaresima per sperimentare la sua profondità antropologica e lo spirito liberatore, per capire che l’ascetismo ortodosso è un modo di libertà e realizzazione esistenziale nel contesto della vita benedetta nella Chiesa, il cui nucleo è quello di “dire la verità nell’amore”. La nostra gioventù ortodossa è chiamata a scoprire il carattere globale del digiuno, che viene elogiato nel Triodion come “l’inizio delle lotte spirituali”, come “cibo per l’anima”, come “madre di tutte le cose buone e di tutte le virtù”.

Non è semplicemente un’astinenza da determinati alimenti, ma una lotta contro l’amore per sé stessi e l’autosufficienza, una sensibilità nei confronti del prossimo sofferente e una risposta tangibile di sostegno. È un uso eucaristico della creazione, realizzazione esistenziale, comunione di vita e solidarietà. L’ascesi, il digiuno, la preghiera e l’umiltà trasmettono la fragranza e la luce della Risurrezione, da cui ricevono significato e direzione. Essendo la quintessenza della vita ecclesiale e il suo orientamento escatologico, la Risurrezione collega indissolubilmente la vita ascetica con la Divina Eucaristia, il sacramento della pregustazione dell’ineffabile gioia del Regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il fatto che la Divina Eucaristia sia preservata come il centro della vita della Chiesa ortodossa è associato al fatto che la Risurrezione è il fondamento della sua fede e l’orizzonte luminoso della nostra spiritualità ascetica e della nostra buona testimonianza nel mondo .

Con questi pensieri, invochiamo umilmente su tutti voi la misericordia e la benedizione del Dio dell’amore, in modo che possiamo seguire il cammino della Santa e della Grande Quaresima con cuore devoto, raggiungere la Passione salvifica di Cristo nostro Dio e glorificare la Sua ineffabile pazienza, perché risplendiamo brillantemente della festa della Sua splendida Risurrezione che ci conduce dalla morte alla vita senza fine.
Santa e Grande Quaresima 2020


✠ BARTOLOMEO di Costantinopoli
Fervente supplicante per tutti davanti a Dio