Origene, la prima grande formulazione filosofica del Cristianesimo

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Origene nasce ad Alessandria nel 185 d.C., il padre Leonida lo inizia alla comprensione profonda della Scrittura, ma morirà martire nella persecuzione dei Cristiani sotto Settimio Severo. Essendo il più grande dei figli, benché ancora ragazzo è costretto a lavorare ed ottiene un insegnamento in una scuola, per poter mantenere la famiglia. Il suo genio precoce viene notato dal vescovo di Alessandria Demetrio, il quale a soli diciotto anni lo pone a capo di una scuola catechetica, volta all’istruzione dei catecumeni. Il suo genio e la sua straordinaria competenza nella conoscenza della Scrittura si diffonde in tutto il medio oriente e lo vede quindi peregrinare in varie città, chiamato dai vari vescovi, per l’insegnamento degli elementi della Fede, finchè non si stabilisce a Cesarea, dove all’età di venticinque anni fonda una scuola, in cui oltre all’insegnamento superiore della filosofia e della teologia, si insegnano varie materie propedeutiche quali: la dialettica, la matematica, la geometria e l’astrologia. Scrive, secondo Epifanio 6000 volumi, 800 secondo s.Girolamo, ma gran parte delle sue opere andranno distrutte perché giudicate eretiche in un editto dell’imperatore Giustiniano nel V secolo. Le opere superstiti giunte fino a noi sono: il de Principiis, però nel rifacimento di Rufino, il quale volle emendare l’opera nelle parti in cui era contraria alla dottrina ortodossa della Chiesa e in particolare alla formulazione dogmatica del concilio di Nicea del 325 d.C.; altre opere pervenute fino a noi sono: il contra Celsum; il commento al Vangelo di Giovanni; il commento al Vangelo di Matteo, relativo però solo ad alcuni paragrafi; al cune omelie tra cui spicca l’omelia sulla Genesi, e un’opera sulla preghiera, con un commento particolare al Padre Nostro.

Il pensiero di Origene ha molti tratti di grande interesse, sia dal punto di vista filosofico, che teologico, anche se non entrò nella ortodossia della Chiesa, sia d’Oriente che d’Occidente, ma nonostante ciò, e nonostante la dichiarazione di eresia pronunciata nell’editto di Giustiniano, esso ebbe grande influenza su molti Padri della Chiesa, come s. Basilio, s. Gregorio Nazianzeno, s. Gregorio Nisseno e persino su sant’Agostino; ma la risonanza delle sue idee influenzarono anche la Scolastica, in particolare Scoto Eriugena.

Origene ritiene innanzi tutto che la Fede sia solo un primo gradino per il credente, perché oltre di essa vi è la Conoscenza, la quale però è possibile perseguirla attraverso un processo di maturazione interiore del soggetto, grazie anche all’azione sinergica tra la volontà umana e il Logos divino. In polemica con lo gnosticismo ed altre sette ereticali, Origene sostiene l’assoluta incorporeità di Dio, il quale nella sua natura è incomprensibile, invisibile e ineffabile e anche al di là dell’Essere, il quale invece è il suo Logos generato nell’eternità e quindi al di fuori del tempo, ma subordinato al Padre, sulla scorta di alcuni passi dei Vangeli, in particolare secondo Gv. 14,28 “..se mi amaste vi rallegrereste che io vado al Padre,perchè il Padre è più grande di me”. Il Logos, a cui si unirà l’anima di Gesù nell’Incarnazione, è specchio e riflesso del Dio invisibile, così come afferma s. Paolo dell’epistola ai Colossesi, e a sua volta proietta nella creazione l’Ordine, la Bellezza e la Bontà, per cui come il Logos è riflesso di Dio, la Creazione è riflesso del Logos. Affinché l’uomo possa conoscere qualcosa di Dio, egli deve contemplare le Sue orme che rivelano l’Ordine, la Bellezza, e la Bontà nella Natura, ma anche studiare la Scrittura che ritiene abbia almeno tre sensi: lo storico-letterale, il morale, e lo spirituale; i quali tre sensi sono corrispondenti a tre categorie di uomini: gli incipientes, che si fermano al senso letterale; i progredientes, i quali comprendono il senso morale, utile come elemento normativo della propria condotta; i perfecti, i quali soli comprendono il senso spirituale, chiamato anche allegorico, che permette loro la trasformazione del proprio essere, nel senso del possibile ritorno alla condizione primordiale dell’uomo prima della caduta.

Un altro elemento caratteristico del pensiero di Origene consiste nell’aver affermato che oltre all’Antico Testamento ebraico, esista il Testamento della grande filosofia greca, ritenendo che grandi spiriti come Pitagora, Parmenide, Socrate, Platone, Aristotele, ecc., abbiano fondato i propri sistemi filosofici non solo sulla base di proprie speculazioni intellettuali, ma anche e sopra tutto su elementi di Rivelazione divina, da cui poi è seguito il complesso delle loro idee. Ad esempio Parmenide afferma che il suo poema “sulla Natura”, scritto in forma poetica, gli venne rivelato da una dea; come pure Socrate sviluppò la sua filosofia partendo dal detto “conosci te stesso” scritto sulla porta del tempio di Apollo delfico. Sulla scorta, quindi, del pensiero platonico, Origine sostiene che esistano più mondi, una cosa del genere fu detta anche dal filosofo presocratico Anassimandro, Prima di questo mondo esiste un mondo in cui tutte le creature razionali, uomini, angeli demoni, vivevano come Intelligenze vicino al cospetto di Dio; però essendo esse state fornite di libero arbitrio, hanno avuto la possibilità di continuare a vivere nella contemplazione dell’Essere e quindi nel bene, ma anche la possibilità di allontanarsi da Dio, volgendosi quindi al male. Tutte queste Intelligenze, tranne l’anima di Gesù che ha continuato a vivere in stretta comunione con il Logos, si sono allontanate da Dio e a seconda della maggiore o minore distanza da Lui sono diventate anime rivestite di un corpo più tenebroso, quello dei demoni, o di un corpo più sottile, quello degli angeli; laddove il corpo, con tutte le limitazioni che esso comporta, è stato dato alle varie anime decadute, come una pena medicinale, nel senso che, grazie all’azione sottile del Logos, ogni creatura potesse tornare nella condizione primordiale, dopo aver sperimentato i limiti e le sofferenze causate dalla natura corporea.

Per Origene, anche gli astri rappresentano dei corpi che contengono un’anima, così come Platone dice a proposito dell’Anima Mundi o anima della Terra. Ma le varie creature razionali si trovano in una situazione di mutevolezza, perchè ognuna di esse, grazie al libero arbitrio insieme all’azione del Logos, possono cambiar la propria condizione in meglio o anche in peggio, per cui un demone può divenire un uomo e poi un angelo e viceversa un angelo degradare a livello prima umano e poi diabolico. Affinché la pena medicinale che ogni soggetto ha ricevuto dalla Bontà di Dio, possa far tornare ognuno alla condizione di pura Intelligenza, Origene pensa che possa non bastare il periodo di vita vissuto sulla terra per purificarsi, per cui egli sostiene che esista una pluralità di mondi, o eoni, successivi a quello terrestre, i quali vengono attraversati dalle anime per poter giungere alla condizione primordiale dell’unione con Dio e alla fine dei mondi si realizzerà la così detta Apocatastasi, cioè tutti gli esseri si convertiranno, anche i demoni, e Dio sarà tutto in tutti.

L’idea della pluralità dei mondi assomiglia in qualche modo alla dottrina indù dei Manvantara, cioè dei cicli cosmici, i quali si svolgono, all’interno di ciascun Manvantara, in quattro sotto cicli che procedono in senso discendente da una primordiale età dell’oro ad un ultima età oscura, che è quella in cui noi stiamo vivendo.

A parer mio le idee di questo grande personaggio, andrebbero riprese e discusse, per il loro grande spessore teologico e filosofico, in un periodo della storia, quale quello che stiamo vivendo, in cui l’aridità e la banalità esistenziale la fanno da padroni, causando danni notevoli agli aspetti superiori dell’essere umano il quale, nella tristezza e nello sperdimento del momento presente, rischia di dimenticare la sua Vera Identità: L’IMMAGINE DIVINA NASCOSTA NEL SUO ESSERE.

Antonio Bosna