Primum non nŏcēre: Ippocrate è stato tradito?

cats

I Protocolli per le cure come abbiamo potuto appurare nella recente fase pandemica, sono stati imposti dalla tecnocrazia di Stato ai medici? E questi, sono venuti meno al Giuramento d’Ippocrate che consiste nell’agire in scienza e coscienza “esercitando la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limita la libertà e l’indipendenza della professione” e in una serie di promesse a tutela della salute fisica, psichica, nel pieno rispetto della dignità del paziente, ispirandosi ai principi e alle norme contenute nel Codice di deontologia medica?

Abbiamo approfondito la questione con il dr Domenico Mastrangelo specializzato in Ematologia, Oncologia, Farmacologia Clinica e Oftalmologia; Omeopata diplomato. Già Direttore della ricerca clinica presso l’Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano “Achille Sclavo” di Siena, ha lavorato presso il centro di ricerca oncologica della Thomas Jefferson Univesrity e del Wills Eye Hospital di Philadelphia, dove ha appreso le tecniche di biologia molecolare per l’analisi del genoma delle cellule tumorali. Tornato in Italia, Crea e gestisce un laboratorio di ricerca presso il dipartimento di Oftalmologia dell’Università di Siena, dove lavora come responsabile dell’Unità Operativa di Epidemiologia e Genetica delle malattie tumorali dell’occhio . E’ autore di diversi libri (vedi link che seguono) tra cui “Il tradimento d’Ippocrate” edizioni Salus Infirmorum.

Dottore, lei si schiera contro il corporativismo medico, le conoscenze “imposte” e le “certezze” di una Medicina “moderna” da cambiare radicalmente. In che senso ?

Se per “corporativismo” s’intende la “tendenza di un settore professionale all’affermazione esclusivistica dei propri interessi o privilegi”, è evidente che tale tendenza contrasta con l’essenza stessa della pratica della Medicina, che non è, appunto, affermazione esclusivistica di interessi e privilegi di una corporazione o di una “casta”, ma piuttosto missione e vocazione ad assistere e soccorrere i bisognosi. Sir William Osler, uno dei padri della Medicina moderna, sosteneva che «la Medicina è Scienza dell’incertezza e Arte della Probabilità» o, in altri termini, socratica consapevolezza dei limiti insormontabili dell’umana conoscenza, ma al tempo stesso anche possibilità di fare luce nella nebbia della conoscenza con il sapiente impiego della scienza della probabilità, ossia la Statistica. Chi pratica la Vera Medicina non difende una casta di privilegiati, ma dedica la propria vita alla cura dei bisognosi; non basa la sua pratica su dogmi, ma su principi universali, sulla conoscenza, sul discernimento e soprattutto sulla consapevolezza della complessità del funzionamento dell’organismo umano e della diversità tra gli individui. E poiché la Medicina moderna è negazione di tutti questi principi, essa deve essere completamente rifondata e riformata.”

Afferma che “il medico dovrebbe guidare i pazienti, la cui incolumità è minacciata da una erronea informazione alla quale si affida ciecamente”. E’ il caso anche di una certa pubblicità ingannevole?

In realtà nessuno deve “guidare” nessuno; le decisioni che riguardano la salute dell’individuo non dovrebbero mai essere delegate; ognuno di noi ha il dovere d’informarsi, anche se non provvisto di conoscenze adeguate, perché la salute è un bene prezioso da tutelare. Purtroppo, come dimostrato dai recenti accadimenti, sembra che siano veramente poche le persone consapevoli del proprio diritto all’autodeterminazione e alla libertà di scelta, quando si tratta di salute! Il COVID ci ha rivelato gli aspetti e le conseguenze peggiori di questa ignavia che porta le persone a fidarsi ciecamente di chiunque dia dei consigli da elargire a tutela della salute degli altri. E’ accaduto, così, che a parlare di salute e di come prendersene cura, fossero i giornali, la politica, le televisioni, i conduttori di shows televisivi, le cassiere dei supermercati e quanti altri, ipnotizzati da una informazione martellante, distorta e volta ad ingenerare paura, ripetendo meccanicamente e senza alcuna conoscenza, informazioni false diffuse dai produttori di vaccini, con il fine ultimo ed unico di vendere tali prodotti “immunizzanti”.

Il medico avrebbe dovuto informare il paziente circa i danni e gli affetti avversi della vaccinazione anticovid alfine di ottenerne il consenso. Come mai si è sottratto a questo obbligo morale oltre che professionale?

Alcuni, forse, perché, incapaci di un giudizio autonomo, si sono piegati alla narrazione dominante della dittatura sanitaria; altri per paura di rappresaglie… ma in entrambi i casi, per incapacità di comprendere e interpretare il ruolo che la Società ha loro assegnato, ossia quello di operare i Scienza, Coscienza, Conoscenza… e INDIPENDENZA!

Il Presidente degli Ordini dei Medici d’Italia Filippo Anelli avrebbe detto: “La decisione di sottoporre o meno a vaccinazione la persona… non può prescindere dalla valutazione delle condizioni di salute del paziente, da parte del medico nel momento stesso della vaccinazione, anche per escludere potenziali situazioni patologiche intercorrenti…”. Direi che sia intervenuto con un po’ di ritardo…

Mi sembra che questo discorso non faccia una grinza! il vaccino si somministra solo se e quando ci sono le condizioni per farlo; ma non mi pare che questa sia stata la politica seguita negli “hub” vaccinali! Inoltre, aggiungerei a quanto detto dal Collega Anelli, che il vaccino si somministra SOLO ED ESCLUSIVAMENTE se è il paziente a chiederlo, firmando un consenso nel quale sono riportate TUTTE le informazioni inerenti al PRODOTTO… “anche” e, per non dire “soprattutto”, quelle che riguardano i rischi insiti nella somministrazione, come gli effetti avversi e i potenziali pericoli per la salute e l’incolumità della persona. Infine, poiché nessun essere umano dotato di raziocinio assume farmaci in assenza di una precisa e definita indicazione che richiede un preventivo accertamento diagnostico, ovvero si assume insulina se è stato accertato che si è affetti da diabete, antiipertensivi se è stato accertato che si soffre di ipertensione, ecc…, così anche la somministrazione del vaccino richiede che ne sia stata accertata, in termini scientificamente ineccepibili, la reale utilità, mediante valutazioni, fatte da esperti (che non siano al soldo dei produttori di vaccini!) del rapporto tra i benefici ed i rischi dell’inoculazione.

Rileggendo la storia della vaccinazione, si scopre che i vaccini devono essere rimessi in discussione perché creano più danni che benefici?

“Rimettere in discussione” i vaccini, dopo averli somministrati a miliardi di persone, è un po’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti. E’ ovvio, visti i dati riguardanti la sostanziale inutilità, l’inefficacia e la pericolosità del cosiddetto “vaccino” contro il COVID, che il “vaccino” debba essere rimesso in discussione (personalmente, preferirei che non fosse mai stato messo in commercio e che, almeno alla luce dei fatti oggi accertati, venga completamente eliminato dalla circolazione!); ma, se riflettiamo un momento, ci rendiamo facilmente conto che “in discussione” devono essere messi tutti coloro che hanno avuto parte attiva nella tragica pagliacciata della “pandemenza covidiota”… giornalisti, social media, televisioni, istituzioni, politici, parlamentari ed in particolare i malfattori, corrotti e corruttori delle aziende che hanno prodotto il “vaccino”… aziende che un famoso scienziato, già esponente di spicco della Cochrane Collaboration (ente “no profit” la cui missione è promuovere un processo decisionale sanitario basato sulle prove, producendo revisioni sistematiche di alta qualità, pertinenti e accessibili) ha equiparato ad associazioni a delinquere di stampo mafioso! (Peter C Gotzsche: Medicine letali e crimine organizzato – Fioriti Editore ).

Si punta al controllo del genoma umano che si dice sia iniziato con i vaccini anticovid ed il controllo della riproduzione umana?

Difficile dire a cosa “si punta” e soprattutto CHI punta a qualcosa, quando si possono fare soltanto congetture. D’altra parte, è chiaro come il sole che la “pandemenza” è stata progettata, organizzata, orchestrata e soprattutto finanziata dai venditori di vaccini per fare profitto (e che profitto!). Questo, a mio avviso, è più che sufficiente per dire che sarebbe arrivato il momento di dire BASTA e di assicurare alla Giustizia i criminali che hanno organizzato la “frode del millennio”. Ovviamente, ci sarebbe molto da dire anche sulla questione del controllo della riproduzione umana; ne ho parlato in più occasioni, ma dovremmo addentrarci in particolari che ci porterebbero troppo lontano.

Il medico forse è carente di nozioni in ambito farmaceutico e si fida degli informatori scientifici che a quanto sembra farebbero gli interessi di Big Pharma e delle multinazionali?

Non credo che il problema sia quello degli informatori; piuttosto, le multinazionali del farmaco (e dei vaccini) si adoperano per “medicalizzare” tutta la società, usando indifferentemente mezzi leciti e illeciti per raggiungere il loro unico scopo: il profitto. Purtroppo, però, nessuno sembra scandalizzarsi di questo, anzi, tutti sembrano perfettamente convinti che l’operato delle multinazionali sia ispirato al massimo rigore scientifico e morale… ma la realtà e i fatti ben noti, ultimo tra i quali la “pandemenza covidiota”, provano l’esatto contrario.

Per avere un’idea concreta di quello che accade, basta leggere la presentazione del libro di Gotszche (Medicine letali e crimine organizzato) fatta da Richiard Smith, già editore capo del British Medical Journal: “Il nucleo centrale del libro è la raccolta delle prove a sostegno della tesi accusatoria secondo cui le aziende farmaceutiche hanno sistematicamente favorito la corruzione delle ricerche di valutazione, al fine di accentuare gli effetti benefici e di minimizzare gli effetti negativi dei propri farmaci. Siccome Peter è un epidemiologo con un curriculum scientifico ineccepibile e con una grande passione per i dettagli, al punto da diventare leader nella valutazione critica della qualità degli studi clinici controllati, possiede fondamenta molto solide per muoversi su questo terreno… Egli mostra “fino a che punto si siano spinte le aziende farmaceutiche nella campagna acquisti di medici, di professori universitari, di riviste mediche, di associazioni di professionisti e di utenti, di interi dipartimenti universitari, di giornalisti, di membri degli enti regolatori e di politici. Questo è il modo di procedere della criminalità organizzata”.

Come ci si dovrebbe comportare nei loro confronti ?

Le regole di comportamento del medico sono tutte riportate nel Codice Deontologico, che rappresenta la guida morale (ma anche pratica) per la professione. In generale, il medico agisce secondo Scienza, Coscienza e Conoscenza, nel pieno e totale rispetto della volontà, dei diritti e della dignità del paziente. Il medico non deve mai sottostare ad imposizioni di qualsiasi genere e tipo che provengano da autorità che non possiedono competenze mediche e scientifiche (come purtroppo è avvenuto nella recente “pandemenza”)… e per quanto riguarda l’operato degli “informatori”, vale il principio espresso dall’articolo 170 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie, secondo il quale: “Il medico o il veterinario che ricevano, per sé o per altri, denaro o altra utilità ovvero ne accettino la promessa, allo scopo di agevolare, con prescrizioni mediche o in qualsiasi altro modo, la diffusione di specialità medicinali o di ogni altro prodotto ad uso farmaceutico, sono puniti con l’arresto fino a un anno e con l’ammenda da euro 206,58 a euro 516,45. Se il fatto violi pure altre disposizioni di legge, si applicano le relative sanzioni secondo le norme sul concorso dei reati. La condanna importa la sospensione dall’esercizio della professione per un periodo di tempo pari alla durata della pena inflitta”. Il reato, penalmente perseguibile, qui descritto, si chiama “comparaggio”… e tanto perché se ne conservi memoria, vale la pena di ricordare che “incentivare” i medici a vaccinare, offrendo loro denaro, come hanno fatto tutti i governi del mondo, durante la “pandemenza” richiederebbe che tutti gli esponenti di tali governi venissero assicurati alla Giustizia e processati per questo reato!

Come sempre a dominare è il dio danaro sulla pelle della gente perché la Medicina si è piegata agli interessi dell’industria farmaceutica?

Come ho già abbondantemente spiegato, non è la Medicina che si è piegata agli interessi dell’industria farmaceutica, ma, come ci ha insegnato la “pandemenza covidiota” è l’industria farmaceutica che, grazie al suo immenso potere economico, essenzialmente conseguito con mezzi illeciti, è in grado di corrompere tutti: medici, professori universitari, riviste mediche, associazioni di professionisti e di utenti, interi dipartimenti universitari, giornalisti, membri degli enti regolatori e politici…

Lei ricorda gli Eroi dimenticati dalla Medicina come Benveniste, Bates, Bechamp, Duesberg che si sono sacrificati per amore della giustizia e della verità. Ce ne vuole parlare?

Ne ho parlato estesamente nel libro e mi sembrerebbe una inutile ripetizione. In sintesi:

JACQUES BENVENISTE nato a Parigi il 12 Marzo 1935, scienziato, direttore dell’Istituto Nazionale di Ricerche Mediche di Francia, Jacques Benveniste è ricordato da molti come l’infamato immunologo, il disprezzato filo-omeopata… ma è stato colui che ha scoperto la “memoria dell’acqua”, il principio che è la base dell’omeopatia. Discusso e aspramente contestato dalla scienza ufficiale nella Francia del novecento, durante la sua lunga carriera Jaques Benveniste ha pubblicato più di 300 articoli scientifici… dunque, un grande scienziato! La rivista “Nature” (Il gotha della scienza mondiale!) pubblicava a giugno del 1988 le teorie sperimentali di Benveniste, proteggendosi con una prefazione all’articolo, intitolata “Credere all’incredibile”. Le polemiche sarebbero divampate da lì a breve, tante e tali da travolgere il biochimico e il suo solido curriculum. E anche il quotidiano francese “Le Monde” pubblicava una notizia da prima pagina “.. una scoperta francese potrebbe capovolgere i fondamenti della fisica”. Si, perché i fatti parlano chiaro: il ricercatore era riuscito ad attivare una cellula sanguigna grazie ad una soluzione d’acqua contenente un anticorpo oramai completamente diluito. L’informazione biologica era stata dunque “trasmessa” in assenza della molecola. “L’acqua può ricordare”, dice Jaques Benveniste. Questa scoperta suscitò una controversia scientifica di grande portata (gi studi di Benveniste furono ripresi e ripetuti, addirittura dal premio Nobel Luc Montagnier!). Jaques Benveniste ha così concluso che a ciascuna molecola attiva corrispondeva un segnale elettromagnetico. Mano a mano che le varie diluizioni escludevano la presenza della molecola, il segnale rimaneva attivo. E’ cosi che egli, nonostante le avversità, si è impegnato anno dopo anno a mettere in evidenza un fenomeno anomalo e per lo più difficile da gestire con mezzi così ridotti (senza nessun aiuto per la sua ricerca).Gli effetti di queste alte diluizioni sono stati riprodotti sette volte in sei laboratori internazionali, indipendenti dal suo, e più di un migliaio di volte nel proprio laboratorio,avvalendosi anche di un robot per escludere l’intervento umano. Risultato? Tolta la sostanza attiva, l’acqua che era stata a contatto ne conservava la memoria, e continuava a riprodurne l’effetto.Lo scetticismo è una sana pratica, la diffidenza può anche essere producente, ma la persecuzione è intolleranza.Emarginare chi dissente (pratica ampiamente impiegata durante la “pandemenza covidiota”!) è storicamente un problema di politica della scienza: l’etica, la libertà e la ricerca del confronto sono altra cosa.

WILLIAM HORATIO BATES:William H. Bates nasce nel 1860 a Newark nel New Jersey da una famiglia cristiana benestante. Si laurea in medicina nel 1885 a New York.Inizia la sua attività di oculista a New York nel 1886. Per 10 anni esamina circa 30.000 pazienti all’anno e, osservando con curiosità e attenzione il loro comportamento visivo, comincia ad avere i primi dubbi sull’esaustività delle teorie oftalmologiche ortodosse. Alcuni casi guariscono spontaneamente, altri peggiorano inspiegabilmente ed altri ancora passano da uno stato refrattivo ad un altro. Bates non può fingere di non vedere e formula ipotesi e congetture nuove sull’eziologia dei disturbi di vista che lo portano ad intraprendere i primi esperimenti di laboratorio.Nel 1896 si ritira dall’attività ospedaliera, rinunciando ad una pratica chirurgica e oftalmologica altamente remunerativa per dedicarsi completamente al lavoro sperimentale iniziato negli anni precedenti. I risultati di laboratorio lo portano alla formulazione di una nuova teoria sull’accomodazione e sui difetti di rifrazione fondata su una concezione dei disturbi di vista rivoluzionaria.Nel 1907 Bates torna al Harlem Hospital come medico assistente e vi rimane fino al 1922; a testimonianza del suo cambiamento di pensiero scrive nel 1919, “The Cure of Imperfect Sight by Treatment Without Glasses”, un libro in cui afferma le sue nuove idee nel campo dell’oftalmologia ed espone, a sostegno, i risultati dei lavori sperimentali e dell’osservazione clinica condotta per tutto l’arco dell’esercizio della professione.L’intera opera viene dapprima rigettata, poi completamente ignorata dalla letteratura medica oftalmologica.Vittima di una mente troppo lungimirante e di una fede estrema nella ricerca della verità, il Dott. William H Bates muore nel 1931 ricordato dai suoi pazienti che ne riconoscevano la vocazione professionale e perseguitato dalla classe medica americana che lo aveva radiato dall’Ordine a causa delle sue idee antiortodosse.

L’EREDITA’ DI BATES

  1. Variabilità dei vizi di refrazione: Bates fa notare che secondo l’oculistica classica l’occhio è come una macchina perfetta che lavora con regolarità e precisione senza risentire dello stato nervoso e fisico della persona, delle caratteristiche dell’oggetto osservato, del tipo di illuminazione e della gradevolezza dell’ambiente. Egli ritiene invece che nessuno stato refrattivo possa essere considerato veramente permanente.
  2. Teoria sull’accomodazione: Bates mette in discussione la teoria classica sull’accomodazione formulata da Helmholtz e ipotizza un cambiamento di forma di tutto il globo oculare per azione dei muscoli oculomotori. Gli errori di refrazione e la presbiopia non sarebbero dovuti ad un cambiamento organico della forma del globo oculare o della costituzione del cristallino, ma piuttosto a un disequilibrio funzionale, quindi curabile, nell’azione dei muscoli che circondano l’occhio.
  3. Il concetto di mental strain: Bates si domanda dove abbia origine questo comportamento anomalo dei muscoli estrinseci del globo oculare e lo descrive come uno sforzo di vedere. Egli osserva che se la tensione si allenta, i muscoli lavorano normalmente e scompare anche il vizio di refrazione. L’acuità visiva dell’uomo è soggetta a continuo peggioramento non tanto per un incremento dell’attività visiva da vicino, quanto per il continuo stato di tensione mentale a cui la persona civilizzata è sottoposta (la maggior parte dei sistemi educativi, secondo Bates, trasmettono l’idea che far bene qualcosa, avere successo, richieda sforzo). Il bambino impara così a sforzarsi sia nell’apprendere che nel vedere. In realtà, per gli occhi è naturale vedere come per la mente è naturale apprendere. E i pensieri carichi di ansia, prodotti da una mente nervosa, alterano la naturale funzionalità visiva: trasmettono precisi impulsi motori all’occhio che modificano la forma del bulbo e la sensibilità della retina.
  4. Il rilassamento: come il pensiero agitato è in grado di alterare i processi fisiologici del corpo e il normale svolgersi della funzione visiva, così attraverso un pensiero cosciente è possibile ripristinare le condizioni normali degli occhi. Per ritrovare quel modo d’essere in cui la funzione visiva si svolge naturalmente, senza sforzo né affaticamento, è necessario un processo di consapevolezza dei pensieri disturbanti e dei meccanismi fisici alterati.

PIERRE JACQUES ANTOINE BECHAMP: Il 16 ottobre 1816 nacque in Francia Pierre Jacques Antoine Béchamp. Il 15 aprile 1908, Antoine morì all’età di 91 anni. Antoine fu l’ideatore e il promotore di una “teoria microzimica” della salute e della malattia, che presentava una concettualizzazione della considerazione del benessere dell’intero bioma ecosistema del terreno. Mentre l’elogio funebre di Antoine fu incluso nel prestigioso British Medical Journal,alcuni potrebbero dire che Antoine era avanti ai suoi tempi, poiché l’elogio funebre del BMJ affermava che il nome di Antoine era:”associato a controversie passate sulla priorità che sarebbe inutile richiamare.”Qualche tempo dopo la morte di Antoine, il suo lavoro è stato accolto come parte di quella che divenne nota come la teoria del terreno della salute, introdotta da Claude Bernard e Antoine Béchamp. Mentre Pasteur si concentrava su una teoria dei germi che determinano la salute e la malattia, la teoria del terreno si concentra sull’esame dell’ospite invece che dell’invasore. Poiché gli ambienti corporei malsani hanno maggiori probabilità di attrarre e fornire buoni ospiti per la malattia, osserviamo quindi che lo stesso identico virus influenzale nella stessa stagione influenzale colpisce alcune persone più di altre.Come ha affermato Antoine:«La causa primaria della malattia è in noi, sempre in noi».

PETER H. DUESBERG: Peter H. Duesberg (nato il 2 dicembre 1936) è un biologo molecolare tedesco-americano e professore di biologia molecolare e cellulare presso l’Università della California, Berkeley. È noto per le sue prime ricerche sugli aspetti genetici del cancro. Duesberg ha ricevuto consensi all’inizio della sua carriera per la ricerca sugli oncogeni e sul cancro. Con Peter K. Vogt, ha riferito nel 1970 che un virus cancerogeno degli uccelli aveva materiale genetico extra rispetto ai virus non cancerogeni, ipotizzando che questo materiale contribuisse al cancro. All’età di 36 anni, Duesberg ottenne la titolarità presso l’Università della California, Berkeley, e a 49 anni fu eletto alla National Academy of Sciences. Ha ricevuto un Outstanding Investigator Grant dal National Institutes of Health nel 1986 e dal 1986 al 1987 è stato Fogarty Scholar-in-Residence presso i laboratori del NIH a Bethesda, Maryland. A lungo considerato un anticonformista dai suoi colleghi scienziati, Duesberg ha iniziato a guadagnare notorietà pubblica con un articolo del marzo 1987 su Cancer Research intitolato “Retroviruses as Carcinogens and Pathogens: Expectations and Reality”. In questo e nei successivi scritti, Duesberg ha proposto la sua ipotesi che l’AIDS è causato dal consumo a lungo termine di droghe ricreative o farmaci antiretrovirali e che il retrovirus noto come “HIV” è un virus passeggero innocuo. Al contrario, il consenso scientifico è che l’infezione da HIV causa l’AIDS; le affermazioni di Duesberg sull’HIV/AIDS sono state affrontate e respinte come errate dalla comunità scientifica. Le recensioni delle sue opinioni su Nature and Science affermarono che non erano convincenti e si basavano su una lettura selettiva della letteratura e che, sebbene Duesberg avesse il diritto di esprimere un’opinione dissenziente, la sua incapacità di esaminare equamente le prove che l’HIV causa l’AIDS significava che la sua opinione mancava di credibilità. Le opinioni di Duesberg sono citate come influenze principali sulla politica sudafricana sull’HIV/AIDS sotto l’amministrazione di Thabo Mbeki, che abbracciò il negazionismo dell’AIDS. Duesberg fece parte di un comitato consultivo di Mbeki convocato nel 2000. Si ritiene che l’incapacità dell’amministrazione Mbeki di fornire farmaci antiretrovirali in modo tempestivo, dovuta in parte all’influenza del negazionismo dell’AIDS, sia responsabile di centinaia di migliaia di decessi per AIDS prevenibili e infezioni da HIV in Sudafrica. Duesberg contestò queste conclusioni in un articolo sulla rivista Medical Hypotheses, ma l’editore della rivista, Elsevier, in seguito ritrattò l’articolo di Duesberg per problemi di accuratezza ed etica, nonché per il suo rifiuto durante la revisione paritaria. L’incidente ha portato a diverse denunce presso l’istituzione di Duesberg, l’Università della California, Berkeley, che ha avviato un’indagine per cattiva condotta nei confronti di Duesberg nel 2009.

… a questo elenco dovremmo, oggi, aggiungere anche LUC MONTAGNIER, già premio Nobel per la scoperta del virus responsabile dell’AIDS, poi ripudiato dalla scienza “ufficiale” , per aver dimostrato che Benveniste aveva ragione!

Dottore, lei offre la possibilità di orientarsi e di difendersi dagli imbrogli a cui va incontro il paziente disinformato . Può farci qualche esempio?

Non aspiro a tanto… soprattutto perché non è con qualche piccolo espediente che potremo liberarci delle molte mafie che operano all’interno della Medicina e dei sistemi sanitari di tutto il mondo .,..

Perché è importante il Giuramento d’Ippocrate sottoscritto da chi si laurea in Medicina?

Perché in esso sono espressi in poche righe i principi fondanti della Professione Medica ai quali TUTTI i medici si dovrebbero uniformare, nella pratica della professione

Giuramento classico e Giuramento moderno: in che modo è stato tradito Ippocrate?

Per rispondere a questa domanda, basterà pensare a quanto accaduto durante il COVID e confrontare tali accadimenti con l’essenza dei dettami del “Giuramento”.

Dal Giuramento Antico: “Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo”… in sintesi; per prima cosa mi asterrò dal fare del male ai miei pazienti, ma somministrando i cosiddetti “vaccini” contro il COVID, i pazienti sono stati costretti (senza consenso) ad assumere un veleno che in molti casi ha portato ad effetti collaterali gravissimi e alla morte! Il giuramento antico ed Ippocrate sono stati traditi!

Dal giuramento “Moderno”:

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:

  • di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione; …ma nel caso del COVID sono stati i governi a dettare l’agenda e a porre limiti alla libertà e all’indipendenza della professione;
  • di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale; …ma l’obbligo vaccinale, le ritorsioni, lavorative e sociali per chi non voleva sottostare all’obbligo, la mancata richiesta di consenso informato (dal momento che esisteva l’obbligo), la violazione del diritto alla libertà di scelta del trattamento, il confinamento domestico (“io resto a casa”!), l’impossibilità di uscire di casa, pena pesanti sanzioni, le discriminazioni e gli insulti a chi voleva esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione, hanno confermato che questa “medicina” non è affatto interessata al rispetto della dignità e della libertà della persona;
  • di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute; … le discriminazioni poste in opera contro i non vaccinati durante il COVID le abbiamo forse dimenticate? ;
  • di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte; …ma i “vaccini” contro il COVID possono uccidere; il dato è scientificamente provato;
  • di non intraprendere né insistere in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, senza mai abbandonare la cura del malato; …ma il “vaccino” contro il COVID è inappropriato ed eticamente non proporzionato ;
  • di perseguire con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto dei valori e dei diritti di ciascuno e su un’informazione, preliminare al consenso, comprensibile e completa; …per il “vaccino” contro il COVID il consenso era “obbligato” ;
  • di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell’autonomia della persona; …l’elenco degli insulti ricevuti dai cosiddetti “novax”, da parte dei media, dei giornalisti, dei cosiddetti “esperti” è lungo, impressionante e destinato a rimanere nella storia degli anni bui di questo disastrato Paese … tanto per parlare di “umanità” e “solidarietà”;
  • di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina, fondato sul rigore etico e scientifico della ricerca, i cui fini sono la tutela della salute e della vita; …il COVID ha dimostrato che l’unico fine della ricerca è quello di arricchire le multinazionali dei vaccini anche a discapito e a danno della gente;
  • di affidare la mia reputazione professionale alle mie competenze e al rispetto delle regole deontologiche e di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione; …tutte le regole fondamentali di comportamento professionale sono state violate, e non solo negli anni del COVID. Per quanto attiene, poi, il decoro e la dignità della professione, basterà qui ricordare il mesto e vomitevole coretto di natale, che, dalle reti nazionali esortava le persone a vaccinarsi (“sì, sì, sì … sì, sì, sì … vacciniamoci!”) …fulgido esempio di rispetto del decoro e della dignità della professione (!) ;
  • d’ ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto; …infatti, durante il COVID, chiunque provasse a dare versioni dei fatti diverse da quelle “governative”, era un “novax”, “terrapiattista”, “negazionista”, e via discorrendo. Ho ritenuto, per brevità, di non dover continuare ad elencare le violazioni dei principi fondanti del “Giuramento”, in quanto quelle riportate fin qui sono più che sufficienti ad evidenziare che Ippocrate ed i principi fondanti di una Medicina etica, sono stati tutti abbondantemente violati .

Cinzia Notaro

https://www.macrolibrarsi.it/ebooks/ebook-il-fattore-c.php
https://www.auretitalia.org/prodotto/esami-pre-e-post-vaccinali-approfondimenti-del-dott-domenico-mastrangelo