Sepoltura dei bambini non nati. Quando la vita non è un valore per tutti.

cats

In un contesto storico in cui il rispetto e la tutela dei diritti sono temi sempre più centrali, stupisce sapere che c’è chi si ribella, con particolare aggressività ed astio, a quello che dovrebbe essere il primo tra tutti: il rispetto della vita.

Succede, infatti, nel corso di una campagna elettorale molto infuocata, che si torni a parlare di una proposta di legge di Fratelli d’Italia, a prima firma di Luca De Carlo alla Camera e di Isabella Rauti al Senato, nel quale si chiede di estendere le disposizioni per collocare in modo dignitoso e anonimo i feti abortiti, anziché vederli gettati nei rifiuti speciali (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/REST/v1/showdoc/get/fragment/18/DDLPRES/0/1330055/all). Oggi infatti, tranne nei casi già regolati dalla legge, la donna, e con lei il padre del concepito, non può sapere che cosa avviene del feto, sia che lo chieda sia che no.

Ed è proprio per far fronte a questa assurdità che interviene il sopracitato disegno di legge, consentendo ai genitori di saperlo nella piena garanzia del rispetto all’anonimato scongiurando, inoltre, usi impropri di quei resti. Peraltro, già oggi l’articolo 50 del regolamento di polizia mortuaria approvato nel 1990 prevederebbe che nei cimiteri ‘devono essere ricevuti quando non venga richiesta altra destinazione i nati morti ed i prodotti del concepimento’.

Ma di questa vicenda la cosa che più stupisce è: come è possibile che chiedere una sepoltura dignitosa dei feti possa offendere qualcuno? E soprattutto, che noti esponenti del mondo politico che si presentano come difensori assoluti dei diritti, si oppongano con dichiarazioni ai limiti della violenza e dell’astio, ad un principio che dovrebbe essere invece scontato?

Per comprendere la misura di tali assurde reazioni basta leggere alcune dichiarazioni.

Per la senatrice Monica Cirinnà “è una proposta profondamente sbagliata, che lede l’autonomia e la dignità delle donne che scelgono di interrompere la gravidanza”.

Per la dem Valeria Valente, presidente della commissione sui Femminicidi, la proposta “è un orrore, noi lo impediremo”, assicura.

Per Ilaria Donatio di “Più Europa”, “Solo chi ha disprezzo per le donne può giustificare con il rispetto della vita la pratica barbara di seppellire i feti senza il consenso delle madri. Ad aggiungersi anche la posizione della Boldrini che non ha tardato a farneticare circa “un modo per criminalizzare le donne che si trovano a dover compiere la scelta di interrompere una gravidanza indesiderata”.

Disprezzo delle donne, lesione della loro dignità e orrore: queste sono solo le inspiegabili accuse di quegli esponenti politici che invocano il rispetto dei diritti ad intermittenza, come se seppellire un feto anziché gettarlo nei rifiuti calpestasse diritti altrui o la libertà di scelta della donna.

E’ invece necessario comprendere che la proposta di legge non intacca minimamente la libertà di scelta della donna in quanto prevede la piena attuazione della legge 194 del 1978 sull’interruzione di gravidanza, non la sua abolizione. Ciò che emerge da chi l’attacca, piuttosto, sembra essere la chiara volontà di inasprire i toni di una campagna elettorale molto tesa, strumentalizzando temi delicatissimi con il solo scopo di confondere gli elettori e diffondendo messaggi falsi.

Marta Dolfi