Smascheriamo le scuse della nostra inattività
Le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni. Questo è uno dei più famosi detti con il quale la saggezza popolare riesce, ancora oggi, a far passare quei messaggi per la vita e che ci stimola a non fermarci, appunto, alle buone intenzioni ma ad intraprendere con decisione e fermezza la direzione della strada stretta. Quante volte, però, tentenniamo e non ci decidiamo ad intraprendere quella strada, la strada della costante conversione, della diuturna metanoia? Eppure la Seconda Persona della Trinità, fattasi uomo, è l’esempio da seguire, è Lui stesso la Via da intraprendere.
Una volta determinati a tanto, muovere il primo passo potrebbe essere ancora la cosa più problematica. Si comincia a pensare di scegliere un momento migliore, fino a perderci nei preparativi. Inseguiamo la nostra presunta perfezione e vogliamo fare di tutto per evitare battute d’arresto o cadute. Magari potrebbe essere meglio cominciare domani quando le condizioni economiche saranno migliori, o quando avremo ultimato gli studi o saremo pensionati e dunque avremo tanto più tempo da dedicare.
Queste sono problematiche con le quali l’uomo ha sempre dovuto fare i conti e a tal proposito, pur ricordando chi lasciò le reti e immediatamente si mise alla sequela di Cristo, o ancor prima Mosè che, con tutte le sue debolezze, si mise a servizio dell’Altissimo, o Abramo che intraprese un viaggio senza neppure conoscere la meta, ci conforta la lettura di una omelia di un grande padre della Chiesa, San Giovanni Crisostomo.
Niente è più freddo di un cristiano, che non salva altri. Non puoi, a questo proposito, prendere come scusa, la tua povertà: la vedova che offrì le due monetine ti accuserebbe.
Anche Pietro disse: Non ho né oro né argento (At. 3, 6) e Paolo era talmente povero, che spesso soffriva la fame e mancava del cibo necessario. Non puoi appellarti all’umiltà della tua nascita: anch’essi erano gente oscura, nati da umile condizione.
Non puoi mettere avanti come pretesto la tua ignoranza: anch’essi erano gente incolta. Anche se tu fossi uno schiavo, un fuggiasco perfino, potresti ugualmente compiere tutto quello che dipende da te, perché anche Onesimo era uno schiavo: eppure guarda a che dignità fu chiamato!… Non puoi giustificarti per la tua debolezza fisica: anche Timoteo era debole di salute e aveva molti mali. Come testimonianza delle sue infermità senti cosa gli dice S. Paolo: Fa’ uso anche di un po’ di vino, a motivo del tuo stomaco e delle tue frequenti indisposizioni (1 Tim. S, 23).
Qualsiasi persona può portare aiuto al suo prossimo, se desidera fare tutto quello che può.
Non vedete come sono vigorosi, come sono belli, slanciati, piacevoli, lussureggianti gli alberi senza frutto? Ma se noi possedessimo un giardino, preferiremmo avere dei melograni o degli ulivi che sono molto più produttivi. Gli alberi belli servono per dare gioia, ma non per rendere guadagno: la loro utilità è minima.
Coloro che pensano a sé stessi sono come alberi sterili: anzi, in un certo senso, non sono nemmeno tali perché servono soltanto per essere bruciati. Gli alberi senza frutto, almeno, possono servire per costruire o rendere solidi gli edifici. Tali erano le vergini stolte: certo, erano pure, belle e modeste, ma non erano utili a nessuno e per questo furono bruciate.
Come loro sono tutti quelli che non nutrono il Cristo. Guarda: nessuno di questi è accusato dei suoi peccati personali, dei suoi adulteri, dei suoi spergiuri, o altro. Niente di ciò: vengono accusati di non essersi resi utili al prossimo. Come può essere cristiano chi fa così? Dimmi un po’: se il lievito mescolato alla farina non fa lievitare tutta la pasta, è forse lievito? E se il profumo non avvolge del suo soave odore tutti quelli che si avvicinano, lo chiameremo ancora profumo?
Non dire: mi è impossibile trascinare gli altri; se tu sei cristiano, è impossibile che questo non avvenga. Come è vero che le realtà naturali non possono essere in contraddizione fra di loro, ‘così anche per quello che abbiamo detto: operare il bene è insito nella natura stessa del cristiano. Se tu affermi che un cristiano è nell’impossibilità di portare aiuto agli altri, offendi Dio e gli dai del bugiardo. Sarebbe più facile per la luce essere tenebra, che per un cristiano non diffondere luce attorno a sé. Non dire: è impossibile. E’ il contrario che è impossibile. Non fare violenza a Dio.
San Giovanni Crisostomo