L’era Trump, tra fantapolitica e strategia

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Tra pochi giorni, il 20 gennaio, inizierà il Trump Bis. Il grande ritorno di The Donald, il più temuto e nello stesso tempo il più osannato Presidente americano. Nel 2021 quando lasciò la Casa Bianca in pochi pensavano che sarebbe tornato al potere. Troppo traumatico e controverso fu il suo addio tra ricorsi e proteste di ogni genere, nonostante nei 4 anni presidenziali avesse ottenuto ottimi risultati in politica estera, nella lotta alla immigrazione clandestina ed in economia (parzialmente macchiati dalla variabile impazzita della pandemia).

Famosa e proficua la dottrina isolazionista e protezionista, condita da anni di pace militare e di guerre dei dazi. Chi non lo amava allora non avrebbe mai scommesso di rivederlo a Washington, chi odiava le sue politiche sul clima, sulla sanità o sulla famiglia ha sperato fino a novembre 2024 di esserselo messo alle spalle per sempre. Ma la realtà ci dice che è di nuovo in auge il “Trumpismo”, la “Trump mania” per dirla nel gergo del grande amico Hulk Hogan. In maniera febbrile aumenta l’attesa per l’insediamento del 47° Presidente degli Stati Uniti.

Ci saranno tantissimi capi di stato e di governo a festeggiarlo, ma anche tanti pronti a criticarlo nel giorno del suo discorso inaugurale. Tra questi, sicuramente e più di tutti, i politici  tirati in ballo dalle parole di Trump sul Canada, Panama e la Groenlandia.  Infatti, in quella che il New York Post ha ribattezzato “The Donroe Doctrine”, parafrasando la “Monroe Doctrine” del 1823 del Presidente James Monroe, c’è la visione trumpiana della nuova America. Essa prevede l’annessione pacifica del Canada quale 51’ Stato federale e il desiderio di aggiungere Groenlandia e Panama in “ogni modo possibile”, per rendere enorme, inattaccabile ed economicamente inscalfibile il “Nuovo Impero Americano”. Questo progetto ha già provocato reazioni eclatanti.  I canadesi hanno esternato con Trudeau e il suo Liberal Party Canada il proprio disappunto, pubblicando una mappa del Nord America con la divisione in “Not the United States“  riferito al Canada e “United States” riferito agli Usa, in risposta alla mappa aggiornata di Trump, il leader sovranista conservatore Poilievre ha rilasciato parole nette e inequivocabili “Il Canada non sarà mai il 51° Stato. Punto. Siamo un paese grande e Indipendente”.

L’Unione Europea, come mai prima d’ora, si è schierata contro l’alleata di sempre e ha ammonito gli Usa dal tentativo di sottrarre la Groenlandia alla Danimarca. Infine, Panama ha rigettato le parole di Trump, negando di aver ceduto il proprio Canale ai cinesi.  Ma nonostante le proteste, Trump ha rilanciato il suo piano. Controllare il Canale di Panama sarebbe economicamente vitale, così come sarebbe cruciale mantenere il controllo delle rotte marittime della Groenlandia, terra ricca di materie prime ed esposta alle minacce economico-militari di russi e cinesi. Pare infatti che la Danimarca non sarà in grado a lungo di fronteggiare il pressing cinese, così come non lo è Panama per il traffico del suo Canale. 

A tutto questo, si aggiungono considerazioni riguardo il modus operandi nazionalista ed espansionista trumpiano che potrebbe indirettamente giustificare quello messo in atto da Putin. Tutto ciò ci lascia pensare ad una sorta di piano, studiato nel dettaglio, anche per facilitare le trattative di pace sulla guerra Russia-Ucraina. In sintesi riconoscere a Putin la vittoria, agevolando trattative di pace favorevoli ai russi, consentirebbe in futuro a Trump il diritto di rivendicare mire espansionistiche avendo alle spalle un recente e similare precedente storico. Da qui il nostro dubbio: è fantapolitica o strategia? Resta il fatto che tutto il mondo osserverà interessato il discorso inaugurale sui prossimi 4 anni. Un periodo di nuove sfide, dalla lotta all’immigrazione all’impegno internazionale, dallo stato sociale all’economia, dalle teorie gender all’America first, dai nuovi alleati ai vecchi nemici. 

Il ciclone MAGA, Make America Great Again, sta per tornare, più forte e devastante che mai. Non ci resta che aspettare qualche giorno allineati e coperti, o spavaldi e arditi a seconda dei casi.

Francesco Di Sario